Renato Farina svergogna il governo: “Soldi agli immigrati, non ai medici eroi. Il decreto Abracadabra”

Chiamiamolo decreto Abracadabra, una faccenda da Maga Magò, degno di una Repubblica di biscazzieri. Altro che decreto Rilancio, a meno che non si alluda al tavolo di un poker, ma al governo ci sono troppi bari e non ci viene voglia di giocare con gente che trucca il mazzo, e muove le mani come fuori della Stazione Centrale fanno i camorristi delle tre carte, questa-vince-questa-perde.
Quello che è successo nelle ultime ore è stato uno spettacolo acchiappagonzi, dove i gonzi nelle intenzioni di questi prestigiatori senza coniglio saremmo noi italiani in generale.

Sappiamo tutti che mai nella storia d’ Italia un governo ha avuto a disposizione, da spendere in una sola volta, 55 miliardi, veri o fasulli che siano, e li ha sparsi con i criteri che autorevoli studiosi hanno definito «a marchetta», dove chi ha urlato di più tra Pd e M5S si è portato a casa la vacca. Una sommatoria di proposte dotata di 256 articoli e 495 pagine che è un caleidoscopio arlecchinesco di premi e cotillon senza un piano industriale, senza investimenti infrastrutturali. Eccetera.
Di tutta questa enormità di commi e sottocommi, per capire i criteri con cui si sono mossi Conte & C. osserviamo il trattamento riservato a due categorie di persone.

In fretta e furia – 1) Immigrati clandestini, arrivati in Italia in barba alle leggi, sono stati super-premiati.
C’ è chi dice 600mila, la ministra dell’ Interno Luciana Lamorgese abbassa la cifra a 300mila. Sanatoria fatta. Certo molti di loro sono stati trattati alla stregua di schiavi, pagati pochissimo, infilati in baracche. La differenza è che con un colpo di bacchetta magica sono stati trasportati in un istante nel fantastico mondo del welfare italiano. Avevano ragione i negrieri e i ricettatori di merce umana a respingere le richieste di una paga giusta.
Adesso dato che si presume che i numerosi disoccupati italiani e i percettori di reddito di cittadinanza e oggi di emergenza non intendano piegarsi sui pomodori, lo faranno ancora questi poveretti. Con un costo però presente e soprattutto futuro per il nostro sistema previdenziale assai pesante.
Lo sappiamo come fanno, chiedetelo a chiunque ci è passato. Ti fanno un contrattino da sei mesi, con l’ accordo di essere licenziato subito dopo.
E lo schiavo fa a metà con il padrone dell’ indennità di disoccupazione e si prende mezza paga. Nel frattempo, ciascuno dei sei o trecentomila si troverà una mammetta povera per il ricongiungimento, e la pensione sociale, eccetera.
Ma ne verranno a frotte, anzi a flotte, dall’ Africa e dall’ Asia: tanto in Italia è tutta una finzione. Non si regola l’ immigrazione, si legalizza l’ illegalità. Una sanatoria è più rapida che la ricostruzione del ponte in Sicilia.
2) Infermieri, medici, operatori sanitari generici, tecnici di laboratorio e delle caldaie (ordine alfabetico) sono stati trattati come ciabatte. Prima li hanno agghindati con un fiocco, Poi gliel’ hanno strappato.
Infine due fiocchi. Magari tre, come si fa nei film di Stanlio e Ollio con gli accattoni. Le categorie sopra citate mezz’ ora prima erano state definite universalmente come eroi. Visto che adesso le famose trincee appaiono un po’ meno battute dalle cannonate del Covid, tiè. Sono stati infilati con tanto di camice e (ovviamente) senza mascherine sul campo minato, indi paternalisticamente gratificati di mille euro in quanto esempio monumentale di abnegazione. Questo accadeva tre giorni fa. Poi questi prestigiatori da saloon di Laredo gli hanno fatto sparire i soldi dalle tasche prima ancora che si materializzassero (mercoledì sera). Giovedì pomeriggio, alt, abracadabra, ci sono o non ci sono, ecco la peluche con premio doppio, complimenti. Magari lo toglieranno ancora, poi lo triplicheranno.
Che importa? Qui si gioca con le vite e la dignità delle persone.

Giochi di prestigio – Merita una cronaca quanto accaduto ai chirurghi, alle caposala e compagnia in camice in queste ore. Il sito infermieristicamente.it (si chiama così) gioisce moderatamente, ma la faccenda è sicura, sono riusciti a procurarsi le bozze. È l’ 11 maggio, e carta canta. All’ articolo 10 del decreto c’ è proprio scritto, papale, quel che il titolo dice: «Agli infermieri premio di 1000 euro ed assunzioni nel territorio. Ecco la bozza del Decreto Rilancio». Maria Luisa Asta spiega la piccola conquista. Senza enfasi, ma per chi guadagna una miseria a Varese, rispetto ai colleghi di Lugano, venti chilometri più in là, una cifra così non è da buttare. Fa presente delicatamente al governo, come fanno le sue colleghe gentili con le flebo, che però non è questo il problema. Non è questione di un premio, anche se ogni promessa è debito, ma di contratti che valorizzino professionalità e merito. Sa quel che dice, è roba pagata sul campo.
Aveva appena scritto, con orgoglio mescolato a lacrime, che in assoluto, più dei medici e di qualsiasi altra professione in guerra con il Covid, «la categoria dei tecnici della salute, infermieri e fisioterapisti, è quella più colpita, con il 18,6% dei decessi» (8 maggio). Una strage, una letalità che dice l’ esposizione al pericolo per poco più di mille e trecento euro al mese, se va bene. Ed ecco che ai quei 1000 succede di tutto. Prima a notte si annuncia l’ addio a quei soldi: se li sono ciucciati tradendo un giuramento, pensano ai migranti e dimenticano chi crepa in corsia. Poi: Sim Sala Bim, ecco il nuovo titolo del pomeriggio: «Infermieri, OSS e Professioni Sanitarie: il Bonus 1000 euro ricompare raddoppiato!». Ricompare magia da seminaristi in gita. Contenti? Al diavolo. Tutto questo è la premessa di un inganno. Medici e infermieri concordano. Si lavano la coscienza con la mancetta per il buon servizio, bravo, fallo ancora. Ehi non siamo in una telenovela venezuelana. Sbotta Antonio Palma, leader del sindacato Nursing up leader, saltando fuori dalla doccia scozzese: «A che gioco giochiamo?
Che si parli di 1000 o di 2000 euro lordi qui siamo ancora di fronte ad un “una tantum”, come se la nostra professionalità fosse pagata “a peso” in base all’ importanza del momento considerato. L’ ennesimo autogoal di questo governo».

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