Regionali in Toscana, dietro il flop della Lega c’è la sconfitta di Vannacci

La recente tornata elettorale in Toscana ha segnato un risultato amaro per la Lega e per il generale Roberto Vannacci, figura simbolo del progetto di rinnovamento e identità nazionale promosso dal leader leghista Matteo Salvini. La vittoria schiacciante di Eugenio Giani, con un margine di quasi venti punti sul candidato del centrodestra Tomasi, non è soltanto una conferma del radicamento del centrosinistra in una regione storicamente vicina al Pd, ma anche un segnale di crisi per il partito di Salvini.

Secondo l’instant poll YouTrend per SkyTg24, il Partito Democratico si attesterebbe tra il 35 e il 39%, Fratelli d’Italia tra 18,5 e 22,5%, mentre la Lega precipiterebbe tra il 4,5 e il 6,5%, superata anche da Forza Italia (6-8%). Un dato che pesa enormemente: la Toscana, regione che non è mai stata terra facile per il Carroccio, vede ora il partito ridotto a forza marginale nella propria regione di residenza, Viareggio, dove Vannacci vive e aveva sperato di consolidare il proprio consenso.

Per il generale, che Salvini aveva scelto come volto di rinnovamento e di identità patriottica, questa débâcle rappresenta una bocciatura implicita del messaggio leghista e del tentativo di rilancio in chiave sovranista. La sconfitta toscana si inserisce in un quadro più ampio di difficoltà per la Lega, già messa alla prova dalle scelte strategiche recenti.

Un partito allo sbando dopo la resa in Lombardia

Il voto arriva in un momento delicato per il partito di via Bellerio. La decisione di Salvini di lasciare la guida della Lombardia a Fratelli d’Italia, e di affidare a Giorgia Meloni il ruolo di leader del centrodestra in regione, ha scosso le fondamenta del Carroccio. La base leghista, storicamente radicata nel Nord, non ha accettato con entusiasmo questa scelta, interpretandola come una resa politica e un indebolimento del ruolo della Lega nel centrodestra.

In Lombardia e Veneto, territori storici di successo leghista, la perdita di autonomia e di leadership ha generato malcontento e una sensazione di smarrimento tra gli elettori più fedeli. La sconfitta in Toscana, regione dove Vannacci aveva puntato molto, conferma il rischio di un’emorragia elettorale strutturale, con una base sempre più demotivata e confusa.

Salvini e Vannacci, coppia in difficoltà

La coppia Salvini-Vannacci, che avrebbe dovuto rappresentare la svolta identitaria del partito, sembra aver incontrato un muro. La strategia di puntare su un messaggio di patriottismo, sicurezza e identità nazionale non ha attecchito nemmeno nei territori dove Vannacci godeva di una certa notorietà. La figura del generale, simbolo di una Lega “muscolare”, non è riuscita a intercettare la protesta e l’elettorato popolare, lasciando il passo a un centrodestra che si rafforza con Fratelli d’Italia ormai consolidato come primo partito del centrodestra anche in Toscana.

Il futuro della Lega: tra riflessione e ridefinizione

A Via Bellerio si apre ora una fase di riflessione obbligata. La Lega dovrà decidere se mantenere la linea di Salvini o avviare una profonda ridefinizione della propria identità politica. Il voto toscano, in fondo, non ha punito solo un candidato o una strategia, ma ha evidenziato come il partito fatichi ormai a trovare una voce forte e riconoscibile.

Per Vannacci, simbolo di una Lega più muscolare e patriottica, il risultato delle urne rappresenta una sconfitta personale e politica, forse più pesante di quanto si potesse immaginare. La sfida ora è quella di riscoprire un’identità che possa riavvicinare gli elettori e ricostruire un consenso che, in Toscana come altrove, appare sempre più sfuggente.