Ranucci sfida il Garante: “Report” in onda nonostante la diffida. Sotto accusa i rapporti tra Ghiglia e Arianna Meloni

In un gesto di forte presa di posizione contro le pressioni istituzionali, la storica trasmissione di inchiesta Report, condotta da Sigfrido Ranucci, è andata regolarmente in onda questa sera, nonostante una diffida formale inviata poche ore prima dall’Autorità Garante della Privacy. La puntata, dedicata alle presunte interferenze tra politica e organi di controllo, ha acceso un acceso dibattito sulla libertà di stampa e sui limiti dell’intervento delle istituzioni nell’attività giornalistica.

La diffida e le accuse di violazione della privacy
Nel pomeriggio, Agostino Ghiglia, componente del Garante della Privacy e ex deputato di Fratelli d’Italia, aveva inviato una lettera ufficiale al conduttore Ranucci, chiedendo di non trasmettere alcune conversazioni interne al Garante, ritenute riservate. La missiva, intitolata “Diffida messa in onda Report 2/11/2025”, contestava la pubblicazione di messaggi e comunicazioni che, a suo dire, violavano la privacy dei colleghi e minacciava azioni legali, anche di natura penale.

Il servizio e le rivelazioni
Nonostante la pressione, Report ha deciso di andare in onda “per dovere d’informazione”, come dichiarato dalla redazione. La puntata ha ricostruito i giorni tra il 21 e il 23 ottobre, evidenziando come Ghiglia, secondo quanto ricostruito dal servizio, si sarebbe recato presso la sede romana di Fratelli d’Italia in via della Scrofa, a bordo di un’auto di servizio dell’Autorità, proprio mentre si discuteva una sanzione nei confronti della trasmissione.

Il momento più delicato riguarda un messaggio interno, datato 21 ottobre, in cui Ghiglia scriveva: “Domani vado da Arianna Meloni”. La presenza di questa comunicazione, secondo Report, contraddirebbe la versione ufficiale dell’ex deputato, che sostiene di aver incontrato la sorella della premier solo per un saluto e di aver parlato di questioni private e familiari, senza discutere di affari di ufficio.

Le reazioni e le conseguenze
Le opposizioni hanno chiesto immediati chiarimenti e invocano un’indagine parlamentare sulla vicenda. La questione ha suscitato anche il sostegno di numerose associazioni per la libertà di stampa, che hanno definito l’azione di Report come “atto di resistenza giornalistica” contro tentativi di censura.

Ghiglia ha respinto le accuse, sostenendo di essere stato nella sede del partito esclusivamente per motivi privati e di aver incontrato altri esponenti politici, negando ogni coinvolgimento in questioni di ufficio o di condizionamento.

La posizione di Report e il messaggio finale
Nonostante le minacce di azioni legali e la diffida, la redazione di Report ha deciso di andare avanti, ribadendo il proprio impegno a “raccontare ciò che il potere vorrebbe tenere nascosto”. La puntata si è conclusa con un messaggio di fermezza: “Continuare a raccontare la verità, anche quando fa paura”.

Un caso che mette alla prova la libertà di stampa
La vicenda rappresenta un importante banco di prova per il rapporto tra giornalismo e istituzioni, sollevando interrogativi sulla tutela della privacy e sulla possibilità di fare inchieste senza censure. La sfida tra Report e il Garante della Privacy si inserisce in un dibattito più ampio sulla trasparenza e sulla responsabilità delle autorità pubbliche nel rispetto della libertà di informazione.