“Raid all’Italia possibile”, l’allarme del generale Giorgio Battisti
Dal momento che lo scenario politico internazionale è sempre più preoccupante, all’ordine del minuto, del secondo, si continua a parlare di Terzo scontro mondiale, praticamente ovunque, essendo questa la parola più cliccata, più ricercata e più temuta, ovviamente, del momento.
E questo è il timore più grande, quello che catapulta il pianeta intero nella peggiore delle ipotesi, purtroppo sempre più concrete e tangibili. Ogni dichiarazione da parte degli esponenti politici più influenti sul piano internazionale viene ripresa dalla stampa, discussa sui social, dando vita a una marea di commenti, peraltro molto disparati tra di loro.
Un contesto segnato dalle escalation di attacchi con droni e missili in diverse aree del mondo, quindi sono inevitabilmente preoccupati per l’ipotesi di un’incursione diretta nel loro territorio.

Mentre gli esperti militari e gli analisti invitano alla massima cautela, ribadendo che l’allarme lanciato da Zelensky vada interpretato più come un appello politico che come una previsione fondata. Il generale Giorgio Battisti, già comandante del corpo d’armata della forza di reazione rapida della NATO e oggi analista militare, intervistato dal quotidiano nazionale ha espresso il suo punto di vista e le sue parole hanno lasciato il segno in tantissimi italiani che le hanno seguite molto attentamente.
L’allarme di Giorgio Battisti su un possibile attacco militare all’Italia sta generando fortissima apprensione.
Giorgio Battisti, già comandante del corpo d’armata della forza di reazione rapida della NATO, che…

Giorgio Battisti, già comandante del corpo d’armata della forza di reazione rapida della NATO, che oggi è un analista militare di fama internazionale, ha rilasciato un’interessante intervista al quotidiano nazionale dove ha chiarito alcuni punti focali riguardanti il terzo scontro mondiale.
L’esperto ha dichiarato: “Ritengo questa ipotesi improbabile, comprendo però che il Presidente ucraino possa fare dichiarazioni simili per rafforzare il sostegno dei paesi europei alla sua causa”. Il generale è del parere che non si possa escludere completamente la possibilità che uno sciame di droni possa raggiungere anche l’Italia o altre aree del continente, ma che si tratterebbe di operazioni di natura limitata, più di natura simbolica che strategica. In generale, ha aggiunto, i droni quadricotteri leggeri hanno una portata massima di 30-40 km, potrebbero essere lanciati, ad esempio, da una nave che opera sotto copertura, ma si tratterebbe comunque di un’azione circoscritta. Il generale ha precisato che esistono versioni più potenti, ma che un attacco su larga scala contro il nostro paese appare altamente improbabile.
Ha ricordato che l’Italia dispone di un sistema di difesa aerea efficiente, come confermato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha assicurato che le nostre difese sono pienamente operative. Il generale Battisti ha chiosato: “Le forze militari stanno potenziando una rete protettiva, il paese può contare su una rete radar avanzata, capace di individuare pericoli aerei e di attivare rapidamente i caccia intercettori, sia automaticamente che in coordinamento con gli assetti NATO”.

L’Italia, attraverso questo sistema integrato, può reagire tempestivamente a eventuali incursioni, riducendo drasticamente il rischio di danni o decessi. In generale, però, ha precisato che non bisogna mai abbassare la guardia e che in un futuro urge un ulteriore rinforzamento delle difese, poiché i droni si stanno evolvendo tecnologicamente e di pari passo occorre un costante aggiornamento dei sistemi di protezione. Battisti ha aggiunto che teoricamente tutte le capitali europee sono a rischio di incursioni dal cielo e che proprio per questo motivo tutti gli Stati membri dell’Unione europea stanno adeguando i propri scudi difensivi contro le incursioni aeree.
Oggi una delle sfide più complesse per le forze militari di tutto il mondo è relativa ai droni, dispositivi economici difficili da intercettare e capaci di colpire obiettivi sensibili anche a lunga distanza. Per poter affrontare questa nuova emergenza occorre avere una visione condivisa a livello europeo che garantisca, attraverso l’integrazione di risorse e informazioni, una difesa comune efficace.