Quello strano boom di minori: cosa c’è dietro questi sbarchi

 

Il 2020 si conferma l’anno che ha fatto registrare il boom dell’arrivo di migranti in Italia e con essi anche dei minori non accompagnati. Un vero grattacapo per il Viminale che deve trovare delle strutture dove sistemare gli stranieri under 18 e così, inizia il valzer delle responsabilità con gli enti locali minori.

Tutti i numeri

Sono ben 3.398 i minori stranieri non accompagnati arrivati fino al 20 ottobre e resi noti dal Viminale. Un numero raddoppiato rispetto a quello del 2019 che, al 31 dicembre si era fermato a 1.680. Nell’anno 2018 se ne sono contati 3.536 e, visto l’andamento degli sbarchi che non accenna ad arrestarsi, si profila di superare anche i dati del 2018 alla fine di quest’anno. Secondo un Report di monitoraggio condotto dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, al 30 giugno 2020 è stata registrata in totale una presenza di 5.016 minori non accompagnati. Numeri importanti che derivano dai dati censiti dalla Direzione Generale dell’immigrazione e delle politiche di integrazione, che vengono aggiornati ogni 6 mesi. Sulla base del report emerge che la maggior parte di questi soggetti è arrivata dall’Albania. Poi, a seguire, ci sono i viaggi iniziati dal Bangladesh, dall’Egitto, dal Pakistan, dalla Tunisia, dalla Costa d’Avorio e dal Kosovo.

 

Dove vanno i minori non accompagnati?

La materia è disciplinata dalla legge n. 47/2017, secondo cui i migranti minorenni non accompagnati hanno diritto, tra le altre cose, a un “sistema organico e specifico di accoglienza”. Occorre quindi trovare delle strutture apposite per permettere la loro tutela e garantire un più articolato processo di integrazione. Per questo la sistemazione dei minori è più complicata, oltre che più onerosa per lo Stato. A dimostrazione delle maggiori difficoltà nell’accoglienza, vi sono le posizioni espresse dall’Anci già nel 2017 in un reportage di RaiNews24: “I minori – si legge – non finiscono nei centri dedicati ma nei centri di prima accoglienza insieme a tutti gli altri. Il passaggio alle strutture di seconda accoglienza non avviene per mancanza di posti”.

Una tesi confermata dagli ultimi numeri indicati dal governo. In una tabella resa nota dal ministero del Lavoro, al 30 giugno 2020 la regione con la maggiore percentuale di minori ospitati è la Sicilia. Segno di come spesso si rimane nel territorio di primo approdo. C’è poi un elemento non secondario in grado di incidere sulle difficoltà, quello cioè di migranti che dichiarano false generalità sull’età. Il sospetto è che molti ospitati come minorenni in realtà non lo sono. Andando quindi a ingolfare la macchina dell’accoglienza.

E adesso potrebbe scaricarsi il peso sui Comuni

Se già sussistono difficoltà in tempi ordinari, in un anno contraddistinto dall’aumento degli sbarchi e dalla crisi sanitaria, la situazione appare ancora più critica. A dimostrarlo è una nota della prefettura di Como: “L’intensificarsi degli arrivi di migranti alle frontiere sia marittime che terrestri ha determinato un aumento considerevole del numero di minori stranieri non accompagnati, per i quali si rende necessario individuare soluzioni di accoglienza in strutture dedicate – si legge nel documento – Al fine di ampliare la capacità di accoglienza con riguardo a tale specifico target, il ministero dell’Interno ha adottato diverse iniziative”. Tra queste vi è l’avvio della procedura per l’ampliamento dei posti nei Siproimi.

Verrà a breve pubblicato un nuovo avviso in cui, come specificato sempre dalla prefettura di Como, per l’accoglienza “è previsto un contributo di 45 Euro pro capite”. C’è poi un passaggio nel documento, che a breve verrà replicato in buona parte delle prefetture, in cui si denota maggiormente la natura del problema: è stato infatti chiesto ai comuni di fare la propria parte. Gli enti locali dovranno adottare “le iniziative idonee allo scopo, verificando la capacità di assicurare, all’occorrenza, l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati”. A cascata cioè il problema sarà dei comuni. Una scelta a dir poco azzardata, visto che negli ultimi mesi gli enti si sono trovati in difficoltà nell’ospitare gli stessi migranti non minorenni.

“Le posizioni di Lega e Viminale”

I numeri degli stranieri minorenni non accompagnati, per i quali sta risultando difficile trovare una sistemazione, hanno sollevato numerose polemiche negli ambienti della Lega. “Non solo mancano i soldi – afferma su IlGiornale.it il deputato della Lega Alessandro Pagano – ma adesso si paventa la possibilità che si proceda all’espropriazione di beni immobili pubblici da destinare all’accoglienza dei minori non accompagnati. Un’azione che, se fosse confermata, consentirebbe dalle prefetture di oltrepassare la responsabilità degli amministratori locali. Questo potrebbe fare sorgere non poche proteste da parte dei cittadini. Al momento – precisa il deputato – si tratta di voci di corridoio. Vedremo cosa accadrà più in avanti”.

Il deputato del carroccio denuncia il sospetto che nei centri vengano ospitati maggiorenni che si dichiarano minorenni:”Stanno facendo entrare chiunque senza nessun vaglio e accolgono anche i finti minori che in realtà sono più che maggiorenni. Ci sono persone anche di 28 anni che hanno il coraggio di dichiararsi 17enni e la popolazione non vuole essere presa in giro e non penso che resterà impassibile”.

Dal Viminale però tagliano corto: “Non ci sarà alcun peso per i Comuni – hanno fatto sapere alcune fonti del ministero contattate da IlGiornale.it – Semplicemente sarà applicata la legge n.47/2017, che disciplina la materia e che prevede spazi appositi per i minori”. Quanto ai numeri relativi agli sbarchi dei minorenni non accompagnati, dal Viminale fanno sapere che si tratta di un aumento fisiologico “dal momento che sono aumentati anche i numeri complessivi dei migranti giunti in Italia”. Il problema però forse è proprio questo: l’impennata dei flussi migratori a catena aumenta i problemi relativi all’accoglienza. E questo vale anche per la delicata gestione dei minori non accompagnati.

 

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