Quei grillini anti Salvini: “L’accoglienza è doverosa”

C’è una parte del Movimento 5 Stelle che proprio non manda giù la linea dura contro l’immigrazione clandestina tenuta dal governo Conte.

E poco importa se persino il premier e il vicepremier grillino sono pronti a inviare al Senato una memoria per prendersi la responsabilità del blocco della nave Diciotti al largo di Catania della scorsa estate.

Basta vedere le parole spese dal presidente della Camera, Roberto Fico, che oggi ha esultato per la conclusione del caso della nave Sea Watch, approdata al porto di Catania con 47 migranti a bordo: “a questo punto di vista dico: finalmente a terra, meno male”, ha detto a Napoli a un convegno organizzato dalla Fondazione San Gennaro.

Ma ci sono anche i cosiddetti “dissidenti”, quelli che già quando si trattò di votare per il decreto Sicurezza non mancarono di dimostrare il loro no a Matteo Salvini non votando la fiducia al Senato. Per quel gesto in due (Gregorio De Falco e Saverio De Bonis) vennero espulsi, ma altre due (Elena Fattori e Paola Nugnes) sono “in attesa di giudizio” da parte del Consiglio dei probiviri, il “tribunale” che giudica la condotta dei 5Stelle. Le malelingue sostengono che siano ancora nel limbo perché senza di loro il governo avrebbe una maggioranza ancor più risicata a Palazzo Madama.

Fatto sta che proprio la Nugnes da giorni non cela il suo maldipancia per la vicenda Diciotti e quello che ai suoi occhi sembra l’ennesimo dietrofront del M5S. Già ieri aveva minacciato di lasciare il movimento in caso di “no” alla richiesta dei giudici di mandare a processo Salvini. E oggi, con un post sul suo blog sull’HuffPost, torna alla carica.

Dopo aver assicurato che leggerà tutta la relazione della Giunta per le autorizzazioni, la senatrice grillina attacca frontalmente il governo: “Cosa ci viene chiesto dal Tribunale dei Ministri? Ci viene chiesto di giudicare se la condotta del ministro rispetto al caso Diciotti sia stata determinata da un interesse pubblico superiore”, scrive, “Ho delle serie difficoltà a ritenere l’azione messa in atto ad agosto come un’azione effettuata per ‘salvaguardare un interesse pubblico superiore’ poiché lo sbarco e la doverosa accoglienza non mettevano, nello specifico, in nessun pericolo l’interesse pubblico. Nell’interesse pubblico è svolgere una congrua politica negoziale con l’Europa. Ricontrattare il regolamento di Dublino III, quello firmato dalla Lega quando era al governo con Berlusconi, per esempio. Ma avviene che la Lega non sembri avere alcun interesse a rinegoziare una riformulazione di quel regolamento (come invece è nel programma del M5S)”.