Processo politico a Di Maio: «Resto 4 anni». E Grillo ammette: «Non siamo all’altezza, siamo principianti…»
«Oggi apriamo la discussione all’interno del movimento per la nuova organizzazione, la discussione di alcune regole, compresa l’apertura alle liste civiche». Dopo la batosta in Sardegna e i maldipancia dei ribelli, il vicepremier e ministro Luigi Di Maio, capo politico del M5S, è pronto a un restyling del Movimento Cinquestelle, e lo annuncia nelle ore in cui va in scena un vero e proprio processo politico contro di lui. Che però non si sente in colpa e annuncia che ricoprirà il suo ruolo per almeno 4 anni: «Non mi arrendo all’idea paragonare i risultati delle amministrative con le politiche, su questo non cederemo mai», dice in conferenza stampa alla Camera ripercorrendo tutte le precedenti amministrative, a partire dalla Calabria nel 2014: «Ogni volta si canta la morte del cigno, la morte del M5S ma noi siamo vivi e vegeti. E lo dico non perché dica che va tutto bene, ma perché penso che le amministrative non abbiano alcun impatto sulla vita del movimento e tantomeno del governo».
ELEZIONI – «Per riuscire a essere forti alle amministrative, sottolinea il capo politico pentastellato, dobbiamo darci una organizzazione. Che non è calata dall’alto. Oggi inizia una discussione. Abbiamo tanta gente che ci chiede aiuto. E’ impossibile recepire tutto, serve una organizzazione che ci consenta di filtrare queste richieste. Qualcuno che faccia da collante con tante istanze. L’organizzazione del Movimento non giova solo al M5S, servirà agli italiani. Deve esistere una organizzazione a livello nazionale e a livello regionale. Questi sono i primi due temi», dice. Quanto alle alleanze, “nei prossimi mesi possiamo lavorare a un dialogo con vere liste civiche, ma è una discussione che va fatta con calma -verrà data una settimana agli iscritti per ragionarci- e verranno tratti contributi, poi, solo in seguito, verranno le votazioni” dice Di Maio, ribadendo che gli ”attivisti devono votare molto più”.
Il capo politico del M5S interviene anche sulla regola dei due mandati per i sindaci M5S, e sulla possibilità di derogare e consentire un terzo mandato, ”ci sarà dibattito, nell’area di ascolto su Rousseau – annuncia -. Ma ne discuterò anche con i parlamentari, con gli stessi sindaci, faremo una sezione”.
GOVERNO – Sulla tenuta del governo, assicura che l’esecutivo “va avanti per cinque anni, ci sono ancora quattro anni di governo”. Nonostante le critiche “siamo sempre più forti e coesi e porteremo a casa tutti i punti del contratto”. “Il M5S al governo cresce e può innovarsi ancor di più per rispondere alle esigenze dei cittadini. Ci hanno dato mandato per risolvere i problemi e lo stiamo facendo: 8 provvedimenti su 10 di questo governo sono del M5S” rivendica ancora il vicepremier, chiarendo che “il ruolo del capo politico si discute tra quattro anni, la carica dura cinque anni”, “è chiaro che dobbiamo organizzarci meglio e il dibattito che stiamo aprendo si fonda sul fatto che non si può stare al governo centrale” e “filtrare” le esigenze del territorio senza una organizzazione.
CASO DICIOTTI – Capitolo Diciotti, alla domanda se espellerà i dissidenti che si rifiuteranno di votare contro l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro Salvini, Di Maio sottolinea che “il voto degli iscritti va rispettato“, perché è stato un voto sul blog a “mandare i parlamentari in Parlamento. I nostri iscritti decidono. Non sono mai stato così sicuro di una votazione come quella”. Il capo politico del M5S ribadisce inoltre che i risultati della votazione sul blog non vanno usati “per discorsi alla Cirino Pomicino. Credo sia giusto e sano che in una forza politica si dibatta ma quando si decide si decide”.
Ieri sera Beppe Grillo aveva manifestato malumore nel corso del suo spettacolo a Catania. «Forse non siamo all’altezza, forse siamo principianti come dicono». E Salvini? «È uno leale ed è furbo perché sfrutta le piazze come facevamo noi». Anche la senatrice “ribelle” Elena Fattori a Rai Radio1 era ritornata sul tema del doppio incarico – di ministro e capo politico del Movimento – ricoperto da Luigi Di Maio: «Secondo me Luigi deve fare solo il capo politico, che è già un impegno enorme. Non dovrebbe ricoprire tutti gli incarichi che sta ricoprendo. Il resto gli ruba solamente tempo e ci sono persone altrettanto preparate che possono sostituirlo».