Primo Maggio, oggi elettricità gratis per 6 ore. Ma non è una buona notizia: ecco perché
Il primo maggio ha visto un evento raro nel panorama energetico italiano: il prezzo dell’energia elettrica è sceso a zero per sei ore consecutive, dalle 11 alle 17. Questo fenomeno, noto come Pun nullo (prezzo unico nazionale), si è verificato a causa della combinazione tra bassa domanda, tipica delle giornate festive, e una forte produzione da fonti rinnovabili, in particolare solare ed eolico. Durante queste ore, la produzione di energia rinnovabile è stata sufficiente a soddisfare l’intera domanda nazionale, eliminando la necessità di attivare le centrali a gas, secondo quanto riportato dal Gme (Gestore dei mercati energetici). Questo scenario, sebbene sembri vantaggioso, nasconde complessità strutturali che meritano attenzione.

Le implicazioni dell’energia a costo zero
Questa energia a costo zero rappresenta un doppio filo per il sistema energetico. Se da un lato riduce immediatamente le spese per i consumatori, dall’altro rivela una fragilità strutturale. Un prezzo nullo prolungato potrebbe disincentivare gli investimenti in nuovi impianti, ostacolando così la transizione energetica verso fonti più sostenibili. Senza una remunerazione adeguata, gli investitori potrebbero evitare di destinare capitali a un mercato apparentemente non redditizio.
Inoltre, la sovrapproduzione frequente può complicare la gestione della rete elettrica, mettendo a rischio la stabilità del sistema. Il surplus energetico richiede sistemi di accumulo efficaci e miglioramenti infrastrutturali per essere gestito correttamente. Senza interventi tecnici e politici adeguati, l’aumento delle rinnovabili potrebbe trasformarsi in una sfida piuttosto che in un’opportunità.

Il prezzo della mancanza di flessibilità
Gli investimenti necessari — come le batterie di accumulo e il potenziamento della rete — comportano costi significativi che inevitabilmente ricadono sulle bollette. Questo rappresenta il costo nascosto della flessibilità che oggi manca nel sistema. Nonostante il prezzo nullo sembri vantaggioso nell’immediato, alla lunga, ogni chilowattora “gratuito” può generare investimenti compensativi che gravano sulla collettività.
L’episodio del primo maggio evidenzia una realtà complessa nel settore energetico: il sole e il vento sono risorse naturali gratuite, ma il loro utilizzo efficiente e sostenibile non lo è. Senza interventi mirati su reti, accumulo e strategie di mercato, il prezzo zero potrebbe rivelarsi un’opzione insostenibile per il sistema complessivo.