Pozzallo, il sindaco avverte: “I migranti della Alan Kurdi? Sbarco atipico”

 

A Pozzallo conoscono molto bene il fenomeno migratorio, negli anni di maggior emergenza la cittadina ragusana è diventata una sorta di Lampedusa continentale: è proprio qui che sono stati fatti sbarcare migliaia di migranti rintracciati nel Mediterraneo.

Ecco perché comprendono molto bene le dinamiche e le situazioni inerenti le migrazioni, tanto che oggi il primo cittadino può parlare di “atipicità” dello sbarco più recente avvenuto con la Alan Kurdi: “Noi siamo in un luogo di frontiera. Quindi abbiamo il termometro su alcuni fenomeni che forse possono essere sottovalutati dalle autorità centrali, ma che noi abbiamo il dovere di segnalare ha affermato per l’appunto il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna – Non c’è dubbio alcuno che lo sbarco di ieri sia stato atipico, non aveva nulla a che fare con le decine di migliaia di immigrati che abbiamo accolto in questi anni. Da quelle navi è sempre scesa gente disperata, sporca, con addosso i segni delle torture. Gli immigrati sbarcati ieri erano vestiti bene, abbastanza puliti e non affetti da scabbia”.

Le dichiarazioni, molto forti in quanto denunciano situazioni nuove e mai viste prima da chi da anni ha sotto casa le dinamiche più intrinseche del fenomeno migratorio, sono stare rese da Ammatuna a Radio Cusano Campus. In poche parole, il primo cittadino di Pozzallo ha segnalato come questa volta non è arrivata gente disperata o gente originaria di ceti poveri. Al contrario, chi è sbarcato dalla Alan Kurdi è sembrato avere un’ottima istruzione e non ha presentato segni di disidratazione o di violenze.

“È l’aspetto più tangibile – ha aggiunto il sindaco di Pozzallo – che qualcosa sta cambiando, che la guerra in Libia ha assunto connotati esasperati”. Ed in effetti, di atipicità nell’approdo di domenica se ne possono rintracciare parecchie. A partire dal fatto che i migranti, ben vestiti ed in buona salute, erano tutti libici.

Arrivati dopo essere stati rintracciati dalla nave Alan Kurdi dell’ong Sea Eye, i 32 migranti a bordo avevano tutti nazionalità libica. Una circostanza questa molto rara, ma in aumento. Come spiegato in un rapporto consegnato dalla giornalista Vanessa Tomassini all’Unhcr, il trend dei migranti libici in arrivo verso l’Italia è in costante aumento dal 2016. Prima era molto difficile rintracciare cittadini del paese nordafricano tra i migranti, questo perché più che altro la Libia è sempre stata usata come rampa di lancio dagli scafisti e dai trafficanti.

Da tre anni a questa parte a scappare sono anche i libici. E, come mostrato dal rapporto sopra citato, a venire in Italia sono soprattutto quei libici che a Tripoli hanno una posizione, appartengono al ceto medio se non anche più altolocato. Un fenomeno che testimonia, come notato anche dal sindaco di Pozzallo, un cambiamento dei connotati delle migrazioni dalla Libia.

Il fatto che domenica a sbarcare siano stati soltanto libici, non è da scollegare del tutto dalle ultime evoluzioni che hanno riguardato lo scacchiere libico: lo spettro dell’arrivo di miliziani jihadisti dalla Siria e di un maggiore coinvolgimento della Turchia a Tripoli, sta forse facendo scappare quei cittadini che hanno tutto da perdere dalla guerra e dalla presenza di sigle islamiste.

E questo per l’Italia è un fenomeno da non sottovalutare. Intanto nel nostro paese, dopo l’ultimo sbarco, sono proseguite anche le polemiche politiche: “Altri sbarchi, altri soldi – ha attaccato l’ex ministro dell’interno Matteo Salvini – Governo complice, non vedo l’ora di andare a processo per difendere l’onore del mio Paese”.

Secondo il leader della Lega, da settembre gli sbarchi sarebbero costantemente aumentati e la colpa è da addebitarsi unicamente al governo Conte II. Intanto lo scenario libico, proprio sul fronte migratorio, promette ulteriori grattacapi proprio soprattutto per il nostro paese.

 

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