Più Fisco, più manette

Con la nuova manovra finanziaria le tasse, nel loro complesso, aumenteranno e questa è una certezza che va al di là della propaganda governativa.

E aumenterà anche la lotta all’ evasione che ogni anno produce un danno di circa 180 miliardi. Ovviamente siamo favorevoli al contrasto (a patto che non ci porti a uno stato di polizia) ma dubitiamo che l’ evasione possa diminuire aumentando le tasse.

In queste ore qualcuno al governo, come confermano il ministro Bonafede e il viceministro Castelli, sta pure evocando il carcere per gli evasori come soluzione definitiva all’ odioso fenomeno. Già oggi più di tremila italiani all’ anno subiscono una condanna penale per questo reato e circa duecento si trovano agli arresti (gli altri hanno condanne minori e se la cavano con pene alternative). Vogliamo introdurre manette per tutti gli evasori? Bene, ma prepariamoci al peggio e al fallimento dello Stato. Già, perché le stime più aggiornate parlano di otto milioni di persone non in regola con il fisco. Se li arrestiamo tutti bisognerebbe svuotare la Sicilia e la Sardegna per trasformarle in isole penitenziarie, e ancora non basterebbe a contenere tutti i galeotti. Tra i quali ci sarebbero circa due milioni di persone concentrate soprattutto al Sud insegnanti, statali e operai che arrotondano i magri stipendi con un lavoro in nero (evasione di circa 25 miliardi).

Se questi geni dalla manetta facile hanno invece in mente soluzioni più tradizionali i conti sono presto fatti. Oggi nelle 200 prigioni italiane sono rinchiusi 60mila disgraziati ognuno dei quali costa allo Stato 124 euro al giorno per una spesa annua di tre miliardi. Se arrestassimo tutti gli evasori il conto della sola detenzione sarebbe di 400 miliardi all’ anno, al quale aggiungere quello per stanarli che oggi è di 60 miliardi ma che per raggiungere l’ obiettivo andrebbe almeno decuplicato, oltre ovviamente la costruzione di centinaia di carceri. A spanne servirebbero mille miliardi (senza contare i maggiori problemi e i maggior costi del comparto giustizia tra inchieste e processi) per non recuperarne 180 (chi è in galera non guadagna e quindi non paga tasse).

Il consiglio è quindi di lasciare perdere queste fesserie. La lotta all’ evasione la si fa sì con il contrasto ma la strada maestra resta la diminuzione della pressione, che magari non convertirà i mascalzoni ma permetterebbe a tanti di lasciare il doppio lavoro e arrotondamenti fai da te. La strada maestra non è investire in carceri ma in scuole, in borse di studio per universitari, nelle famiglie, nel lavoro. Ai ferri, per stupidità, andrebbe messo chi pensa il contrario.