Pfizergate, arriva la decisione del giudice: Ursula trema

Bruxelles – La Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) è attesa domani per un verdetto che, seppur simbolico, getta una nuova ombra sulla trasparenza delle istituzioni europee e potrebbe complicare il percorso di Ursula von der Leyen verso un secondo mandato alla guida della Commissione. Il caso, noto come “Pfizergate”, riguarda il ricorso del New York Times per ottenere l’accesso agli sms scambiati tra la presidente della Commissione e l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, durante le negoziazioni per il contratto di acquisto di vaccini anti-Covid più oneroso della storia.

L’esito più probabile, secondo gli esperti, è un rinvio del caso e una condanna della Commissione al pagamento delle spese processuali. Questo perché la Commissione, negando di aver conservato i messaggi, li ha classificati come “non rilevanti”, rendendo impossibile la loro pubblicazione.

Lo scandalo, emerso durante la gestione dell’emergenza sanitaria, ha sollevato pesanti accuse di mancanza di trasparenza. Il New York Times, fin dal 2021, aveva richiesto l’accesso agli sms, ma la Commissione si è opposta. La vicenda è stata oggetto anche di indagini del Parlamento europeo, che, in una fase successiva, ha assolto von der Leyen.

Un contratto controverso e dosi inutilizzate

La trattativa diretta via sms tra von der Leyen e Bourla portò alla firma del contratto di maggio 2021, che prevedeva la fornitura di 900 milioni di dosi di vaccino Pfizer, con un’opzione per altri 900 milioni. Una quantità considerata sproporzionata, che ha generato centinaia di milioni di dosi inutilizzate. Per porre rimedio all’eccesso, nel 2023 è stato firmato un contratto correttivo per rimodulare le consegne.

Lo scandalo si inserisce in un contesto di critiche sulla gestione dei contratti sui vaccini. Già nel luglio scorso, la CGUE aveva criticato la Commissione per non aver garantito un accesso adeguato ai contratti. I documenti divulgati presentavano omissioni significative su prezzi, clausole favorevoli ai produttori e indennizzi.

Un’industria farmaceutica in crescita

Uno studio commissionato dal Parlamento europeo ha evidenziato come, tra il 2021 e il 2022, i profitti globali dell’industria farmaceutica abbiano raggiunto i 90 miliardi di dollari, di cui 35 miliardi solo per Pfizer. I rischi degli investimenti, invece, sono stati coperti in larga parte dai governi pubblici.

L’ombra del segreto

Durante l’udienza dello scorso novembre, la presidente von der Leyen non si è presentata, delegando un alto funzionario. Quest’ultimo ha confermato l’esistenza degli sms, ma ha ribadito che non furono archiviati. “La presidente sarebbe stata bene attenta a commentare il contenuto degli sms”, ha dichiarato Heikki Johan Kanninen, uno dei giudici che domani si pronunceranno.

Nuove polemiche

A complicare ulteriormente la situazione, si aggiunge una nuova polemica. Venerdì scorso, von der Leyen ha noleggiato un aereo privato per un volo di meno di 200 chilometri da Bruxelles a Lussemburgo. La Commissione ha giustificato la scelta come dettata da “urgenza”, ma l’episodio ha sollevato critiche, alimentando l’impressione di un’eccessiva attenzione al lusso, soprattutto in un momento delicato.

Un futuro incerto

La sentenza di domani, seppur priva di conseguenze pratiche immediate, avrà un forte valore simbolico. L’ombra della trasparenza, e della sua mancanza, si allunga sulle istituzioni europee, in un momento cruciale per il futuro della loro leadership.

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