Pensionato fatto a pezzi La convivente ucraina: “L’ho ammazzato io…”
Sono stati i vicini di casa a dare l’allarme: da giorni non vedevano più la coppia e così hanno chiamato le forze dell’ordine.
Quando gli agenti di Trieste, coadiuvati dai Vigili del fuoco, sono entrati nell’appartamento dei due non hanno trovato nessuno, poi sul balcone la tragica scoperta. Chiusi in alcuni sacchi di plastica neri c’erano i resti di un uomo.
L’aggressione
Secondo quanto ricostruito dalla Squadra mobile di Trieste, l’uomo sarebbe stato ucciso dalla sua compagna al termine di una violenta lite. In particolare, l’uomo di 75 anni si sarebbe opposto al ritorno nel proprio Paese della convivente ucraina. Così la donna, per difendersi da una aggressione, lo avrebbe soffocato con un sacchetto nero per l’immondizia. Poi avrebbe chiuso il cadavere in un sacco nero, gettandolo in seguito sul balcone. La convivente ora è indagata per omicidio.
Le indagini
Le indagini, come spiega il Piccolo, avrebbero accertato che la morte risalirebbe allo scorso 12 ottobre. Quella mattina infatti vicini di casa hanno sentito la coppia discutere in modo acceso verso le cinque del mattino. E sarebbe stato proprio al culmine della lite che l’uomo avrebbe aggredito la compagna. La donna si sarebbe difesa colpendolo alla testa con una bottiglia, soffocandolo con un sacco e infine ferendolo al collo e ad una mano. Dopo aver riscontrato la morte del compagno, la donna avrebbe chiuso il suo corpo in un sacco e la testa in un altro. Gettati sul balcone al terzo piano, i due sacchetti sono stati avvolti in una coperta.
Dopo quella violenta lite, dall’appartamento non è più arrivata neanche una voce. Così i vicini di casa si sono subito preoccupati e hanno dato l’allarme alle forze dell’ordine. Giunti in pochi minuti sul posto, gli agenti hanno perquisito l’intero appartamento e trovato sul balcone i sacchi con il cadavere dell’uomo.
La confessione
In pochi minuti è così iniziata la caccia alla compagna: la donna, affetta da una malattia molto grave, sarebbe però partita il giorno stesso dell’omicidio per l’Ucraina dall’aeroporto di Venezia. Secondo le indagini delle forze dell’ordine, la donna si troverebbe ancora nel suo Paese, in particolare nella città di Cerkasy dove abita la figlia.
Come spiega l’Agi, nel corso di un primo contatto telefonico del 13 novembre la donna ha confermato al Pm e agli investigatori della Squadra Mobile, di avere ucciso il suo compagno, specificando di avere agito per respingere i tentativi dell’uomo di colpirla con un coltello, poiché si opponeva alla sua partenza.