PD, dopo Schlein si cerca un nuovo leader: il nome caldo
Dopo le recenti sconfitte elettorali, il Partito Democratico si trova di fronte a un bivio cruciale che potrebbe ridefinire il suo futuro. Tra le opzioni in campo, la conferma di Elly Schlein alla guida del partito o l’individuazione di un volto nuovo capace di rilanciare il centrosinistra. In queste ore, tra i nomi più discussi figura quello di Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli ed ex ministro dell’Università, considerato da molti come una figura “rassicurante” e pragmatica, in grado di rappresentare una via di uscita dalla crisi.
Schlein e il PD tra risultati deludenti e tensioni interne
La segretaria dem sta pagando le conseguenze di un ciclo elettorale negativo, con la recente sconfitta nelle regionali nelle Marche che ha acuito il malcontento tra gli amministratori locali e i parlamentari più moderati. Nonostante gli sforzi di unire la sinistra e di rilanciare il dialogo con il Movimento 5 Stelle, la leadership di Schlein viene spesso percepita come “incerta” e priva di una strategia condivisa. Questa situazione rischia di alimentare una progressiva disaffezione dell’elettorato riformista, elemento chiave per il rilancio del partito.
I possibili successori: da Silvia Salis a Gaetano Manfredi
Tra i nomi più caldi in queste ore spicca quello di Silvia Salis, ex atleta e attuale sindaca di Genova, che rappresenterebbe una continuità con l’area progressista di Schlein, ma con un approccio più pragmatico e moderato. Tuttavia, il nome che sta emergendo con maggiore forza è quello di Gaetano Manfredi, figura di grande esperienza istituzionale, già rettore della Federico II e ministro nel governo Conte II. Apprezzato anche tra i dirigenti di via del Nazareno, Manfredi viene visto come un possibile candidato capace di ricucire le fratture interne e di attrarre voti moderati, spesso disorientati dalle recenti scelte del partito.
“Un nome rassicurante” per un partito in crisi
La figura di Manfredi viene percepita come tecnica, empatica e istituzionale, caratteristiche che potrebbero rassicurare l’elettorato più tradizionale del PD. La sua disponibilità a un ruolo di rilievo a livello nazionale non è ancora ufficiale, ma fonti vicine al sindaco di Napoli fanno sapere che «oggi si concentra sulla città, ma il suo impegno per il Paese non finirà qui». La sua candidatura potrebbe diventare concreta nei prossimi mesi, qualora Schlein non riuscisse a invertire la rotta.
Il futuro del PD tra rinnovamento e rischio frammentazione
Il dibattito interno al partito si fa sempre più acceso: da un lato chi difende la linea di Schlein, con il suo tentativo di imprimere una svolta “verde e femminista”, dall’altro chi chiede un ritorno a un PD più inclusivo e dialogante. In questo scenario, i sindaci e gli amministratori locali assumono un ruolo sempre più determinante nel definire l’equilibrio interno.
Nei prossimi mesi, un congresso straordinario o una consultazione interna potrebbero decidere il destino della segreteria. Per ora, il nome di Gaetano Manfredi si fa sempre più presente nelle stanze del Nazareno come possibile carta di riserva per una nuova fase del partito, pronta a confrontarsi con le sfide di un centrosinistra in cerca di rinnovamento e stabilità.