Patto di Stabilità, sconcerto europeo per i toni italiani: le richieste di Giorgetti stupiscono Ecofin

 

La recente riunione dell’Ecofin ha gettato l’Italia nell’occhio del ciclone europeo, suscitando sconcerto e preoccupazione tra i principali partner del nostro Paese. La minaccia di porre il veto alla riforma del Patto di Stabilità avanzata dalla presidenza spagnola ha generato un’atmosfera di incertezza e ha messo in luce la mancanza di chiarezza nella posizione italiana, che appare fuoriluogo nel fare la voce grossa in un contesto come l’Ecofin.

La decisione di tornare alle vecchie regole del Patto di Stabilità, prospettata dalle autorità italiane, ha destato preoccupazione soprattutto tra i partner europei più influenti, tra cui Francia e Germania. La possibile rinuncia alle nuove direttive rappresenterebbe non solo un rischio per l’Italia, ma anche un segnale disastroso per i mercati finanziari, secondo l’avvertimento della Banca Centrale Europea (BCE).

L’incomprensione aumenta quando si considera il comportamento del ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, che, al termine della riunione, ha lodato il lavoro svolto dalla Spagna per raggiungere un accordo, ignorando le minacce di veto emerse in precedenza. Questa contraddizione ha gettato l’Italia nell’angolo dell’isolamento, privandola di una posizione comune con altri Paesi come la Francia, che si trova in una situazione economica simile.

Durante l’Ecofin, l’isolamento dell’Italia è diventato evidente, con alcuni Stati “frugali” che criticavano la mediazione spagnola e nessun Paese a difendere il governo italiano. La mancata solidarietà ha ulteriormente indebolito la posizione italiana, che si ritrova ora tagliata fuori dal processo decisionale sulla governance economica, saldamente nelle mani di Francia e Germania.

Le negoziazioni degli ultimi giorni avevano visto la Spagna tenere conto delle indicazioni di Parigi, allineate alle richieste italiane. Tuttavia, la voce grossa di Roma è stata considerata inspiegabile, suscitando sorpresa anche per le critiche informali al Commissario italiano agli Affari economici, Paolo Gentiloni.

Il doppio binario del ministro Giorgetti viene interpretato come una strategia per fare propaganda politica a livello nazionale e mantenere alta la tensione in vista delle prossime scadenze. La Commissione emetterà il giudizio sulla legge di Bilancio il 21 novembre, mentre le prime valutazioni sulla revisione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) presentato dall’Italia non sono entusiasmanti. Il nodo più delicato è rappresentato dal Mes, su cui Giorgia Meloni non ha ancora preso una decisione.

In un contesto di incertezza e isolamento, Palazzo Chigi si trova ad affrontare scelte cruciali: subire la riforma del Patto o promuoverla. Tuttavia, la forza combinata di Francia e Germania potrebbe rendere difficile per l’Italia opporsi a decisioni che influenzano direttamente il suo futuro economico. La strada che l’Italia deciderà di percorrere avrà impatti significativi sul suo rapporto con gli altri Paesi europei e sul suo ruolo nella governance economica dell’Unione Europea.