PAPA RATZINGER PORTERÀ IL SEGRETO NELLA TOMBA! IL DOCUMENTO IN LATINO NELLA TOMBA

Cinquantamila persone presenti ieri, 5 gennaio 2023, per i funerali del Papa Emerito Benedetto XVI. La bara con le spoglie del Papa emerito è uscita dalla Basilica del Vaticatno, tra la commozione dei fedeli, che l’hanno accolta con un lungo applauso.

E’ stato papa Francesco, provato, arrivato in sedia a rotelle in Piazza San Pietro, a celebrare l’omelia. Parole semplici ma profonde, quelle pronunciate dall’attuale Pontefice: “Benedetto, fedele amico dello Sposo, che la tua gioia sia perfetta nell’udire definitivamente e per sempre la sua voce”.

Francesco ha chiesto di “affidare il nostro fratello alle mani del Padre: che queste mani di misericordia trovino la sua lampada accesa con l’olio del Vangelo, che egli ha sparso e testimoniato durante la sua vita”.

Alla fine delle esequie, la stessa folla ha gridato “Santo subito”, a dimostrazione di quanto il papa Emerito, spentosi a 95 anni il 31 dicembre, sia stato amato. La sua tomba nelle Grotte Vaticane potrebbe essere visitabile dai fedeli già a domenica, in quanto devono essere completati i lavori, come ha precisato Matteo Bruni.

Intanto non si fa altro che parlare del famoso contenuto del documento in latino contenuto nella tomba di Ratzinger. Ma qual è il suo testo?

Nella bara di cipresso che contiene la salma del Papa emerito Benedetto XVI sono stati posti le medaglie del Pontificato, i palli e il rogito, un testo in latino che descrive il pontificato di Ratzinger, che è stato inserito in un cilindro di metallo. La bara poi, al termine delle esequie, messa in un feretro di zinco e in una terza bara di rovere. Il testo integrale del rogito, tradotto, inizia così: “Nella luce di Cristo risorto dai morti, il 31 dicembre dell’anno del Signore 2022, alle 9:34 del mattino, mentre terminava l’anno ed eravamo pronti a cantare il Te Deum per i molteplici benefici concessi dal Signore, l’amato Pastore emerito della Chiesa, Benedetto XVI, è passato da questo mondo al Padre. Tutta la Chiesa insieme col Santo Padre Francesco in preghiera ha accompagnato il suo transito”.

Successivamente inizia la biografia del papa Emerito: “Benedetto XVI è stato il 265esimo Papa. La sua memoria rimane nel cuore della Chiesa e dell’intera umanità. Joseph Aloisius Ratzinger, eletto Papa il 19 aprile 2005, nacque a Marktl am Inn, nel territorio della Diocesi di Passau (Germania), il 16 aprile del 1927. Suo padre era un commissario di gendarmeria e proveniva da una famiglia di agricoltori della bassa Baviera, le cui condizioni economiche erano piuttosto modeste. La madre era figlia di artigiani di Rimsting, sul lago di Chiem, e prima di sposarsi aveva fatto la cuoca in diversi alberghi”. Trascorse la sua infanzia e la sua adolescenza a Traunstein, una piccola città vicino alla frontiera con l’Austria, a circa trenta chilometri da Salisburgo, dove ricevette la sua formazione cristiana, umana e culturale. Il tempo della sua giovinezza non fu facile. La fede e l’educazione della sua famiglia lo prepararono alla dura esperienza dei problemi connessi al regime nazista, conoscendo il clima di forte ostilità nei confronti della Chiesa cattolica in Germania. In questa complessa situazione, egli scoprì la bellezza e la verità della fede in Cristo. Dal 1946 al 1951 studiò nella Scuola superiore di filosofia e teologia di Frisinga e all’Università di Monaco. Il 29 giugno 1951 fu ordinato sacerdote, iniziando l’anno successivo la sua attività didattica nella medesima Scuola di Frisinga”

Successivamente, nel rogito tradotto dal latino in italiano, si legge che fu docente a Bonn, a Muenster, a Tubinga e a Ratisbona. Nel 1962 divenne perito ufficiale del Concilio Vaticano II, come assistente del Cardinale Joseph Frings. Il 25 marzo 1977 Papa Paolo VI lo nominò Arcivescovo di Munchen und Freising e ricevette l’ordinazione episcopale il 28 maggio dello stesso anno. Come motto episcopale scelse ‘Cooperatores VeritatisPapa Montini lo creò e pubblicò Cardinale, del Titolo di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino, nel Concistoro del 27 giugno 1977. Il 25 novembre 1981 Giovanni Paolo II lo nominò Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il 15 febbraio dell’anno successivo rinunciò al governo pastorale dell’Arcidiocesi di Munchen und Freising. Il 6 novembre 1998 fu nominato vice decano del Collegio Cardinalizio e il 30 novembre 2002 divenne Decano, prendendo possesso del Titolo della Chiesa Suburbicaria di Ostia. Venerdì 8 aprile 2005 presiedette la Santa Messa esequiale di Giovanni Paolo II in Piazza San Pietro.

Il rogito, a questo punto, passa al momento in cui i cardinali, riuniti in Conclave, il 19 aprile 2005, lo elessero papa, con il nome di Benedetto XVI, iniziando il suo ministero Petrino domenica 24 aprile 2005, ponendo al centro del suo pontificato il tema di Dio e della fede, nella continua ricerca del volto del Signore Gesù Cristo e aiutando tutti a conoscerlo, in particolare mediante la pubblicazione dell’opera Gesù di Nazaret, in tre volumi. “Dotato di vaste e profonde conoscenze bibliche e teologiche, ebbe la straordinaria capacità di elaborare sintesi illuminanti sui principali temi dottrinali e spirituali, come pure sulle questioni cruciali della vita della Chiesa e della cultura contemporanea”, viene precisato nel documento. Il rogito posto nella bara di papa Ratzinger, nell’ultima sua parte, parla delle sue dimissioni, avvenute l’11 febbraio 2013, durante un Concistoro convocato per ordinarie decisioni circa tre canonizzazioni. Dopo il voto dei Cardinali, il Papa, in latino, dopo aver speso il suo pontificato a promuovere (con successo) il dialogo con gli anglicani, con gli ebrei, con i rappresentanti delle altre religioni, oltre a riprendere i contatti con i sacerdoti della Comunità di San Pio X.

Il Papa lesse la seguente dichiarazione in latino: “Bene conscius sum hoc munus secundum suam essentiam spiritualem non solum agendo et loquendo exerceri debere, sed non minus patiendo et orando. Attamen in mundo nostri temporis rapidis mutationibus subiecto et quaestionibus magni ponderis pro vita fidei perturbato ad navem Sancti Petri gubernandam et ad annuntiandum Evangelium etiam vigor quidam corporis et animae necessarius est, qui ultimis mensibus in me modo tali minuitur, ut incapacitatem meam ad ministerium mihi commissum bene administrandum agnoscere debeam. Quapropter bene conscius ponderis huius actus plena libertate declaro me ministerio Episcopi Romae, Successoris Sancti Petri, mihi per manus Cardinalium die 19 aprilis MMV commisso renuntiare ita ut a die 28 februarii MMXIII, hora 20, sedes Romae, sedes Sancti Petri vacet et Conclave ad eligendum novum Summum Pontificem ab his quibus competit convocandum esse”.

La parte finale del testo è un riassunto del magistero dottrinale: “Nell’ultima Udienza generale del pontificato, il 27 febbraio 2013, nel ringraziare tutti per il rispetto e la comprensione con cui era stata accolta la sua decisione, assicurò: “Continuerò ad accompagnare il cammino della Chiesa con la preghiera e la riflessione, con quella dedizione al Signore e alla sua Sposa che ho cercato di vivere fino ad ora ogni giorno e che vorrei vivere sempre’». Il testo si conclude così: «CORPUS BENEDICTI XVI P.M. VIXIT A. XCV M. VIII D. XV ECCLESI UNIVERS PRFUIT A. VII M. X D. IX A D. XIX M. APR. A. MMV AD D. XXVIII M. FEB. A. MMXIII DECESSIT DIE XXXI M. DECEMBRIS ANNO DOMINI MMXXII Semper in Christo vivas, Pater Sancte! Celebrationum tumulationisque testes fuerunt”.