Papa Francesco, la profezia di Fatima sulla fine del mondo: cosa c’è dietro la mossa (e chi è davvero Bergoglio)

Dev’essere impazzito. I quotidiani più importanti d’Italia e del mondo devono essersi passati questo messaggio per telepatia. E nessuno ha voluto la notizia in prima pagina. Consacrazione? Cuore Immacolato? Sarebbe questa l’alta strategia papale per la pace? Ovvio sia stata giudicata laicamente irrilevante. Persino nociva per l’immagine di un Papa fino a un attimo prima idolatrato perché sensato, conforme al pensiero politically correct. In realtà è da circa un anno, che Bergoglio ha cambiato registro e si è allontanato dal linguaggio trendy dei circoli progressisti parigini e newyorchesi: ha predicato contro il gender, spiegato che l’aborto è come ingaggiare un killer, criticato la globalizzazione e il governo mondiale che schiaccia i popoli e li omologa. Da un anno conferma gli insegnamenti di Montini-Wojtyla-Ratzinger, ma si poteva lasciar passare, alla fine ci avrebbero pensato i cardinali tedeschi a raddrizzarlo. Ma stavolta no, e i tenutari del giornale unico mondiale hanno deciso: non è più lui, non può essere Francesco quello che invece di telefonare a Biden, Putin, Xi, Zelenski, Macron (il quale ultimo – sia detto tra parentesi ha telefonato a tutti, forse anche al sottoscritto, ma non al vescovo di Roma forse perché non ha puntato il dito contro nessuno); non può essere Francesco il Papa che per ottenere la pace e far rinfoderare i missili ipersonici nucleari propone «la consacrazione di Russia e Ucraina al Cuore Immacolato di Maria».

LE PAROLE – Ha usato proprio queste parole identiche a quelle di tutti i papi del XX secolo. Soprattutto non le ha buttate lì, essendo il Pontefice romano, come condimento cattolico a un ragionamento geopolitico mondano. No. Per lui la geopolitica celeste, il riferimento a un Dio che si è incarnato attraverso una ragazza ebrea, è l’ultima risorsa dell’umanità quando l’orrore della guerra ha spezzato le dighe della ragione, e la storia obbedisce a istinti che stanno per condurre più in là dell’abisso. Invece di radunare un vertice tra potenti, convoca l’umanità a guardare alla «Vergine Madre» (Dante) per domandare il miracolo. Chiede a chi vuole e può di unirsi dalle proprie dimore il 25 marzo a lui in San Pietro o al suo cardinale elemosiniere a Fatima, nella richiesta che la salvezza venga dall’alto, da una giovane donna dal cuore puro. Ma dai? Sul serio? Via dalle prime pagine. Una notiziola di colore. Colore da madonnaro, ovvio. Ancora non ci si crede. Possibile che consacrarsi al cuore di Maria sia la risorsa più razionale che un Papa sveglio e à la page come Bergoglio può escogitare? Ma certo. È questo il cristianesimo romano e apostolico, in fondo così umano: resta solo da chiedere l’impossibile a chi l’impossibile ha sperimentato. Implorare l’impossibile – cioè la pace dalla donna che duemila anni fa recepì perfettamente il discorso dell’Angelo Gabriele che le rivelava l’assurdo destino cui era chiamata. Lei credette, perché «nulla è impossibile a Dio». E lei nei millenni ne è stata è il riflesso popolare. Fino alla chiarezza estrema del messaggio di Fatima del 13 maggio 1917 a Francesco, Giacinta e Lucia, di professione apprendisti pastori. Si noti: il 1° agosto di quell’anno Benedetto XV inviò la lettera in cui definì «inutile strage» da far cessare subito quella guerra, insensata come tutte.

NOTIZIA NASCOSTA – Rivolgersi al Cuore Immacolato come chiedeva la Madonna a Fatima, consacrare la Russia. Certo, tutto questo è suscettibile di disagi politici, di nervosismi degli apparati, ma trattasi di errore di prospettiva. Non è questo il punto che Pio XII (che ha ufficializzato la festa del Cuore Immacolato il 25 marzo, giorno del concepimento di Cristo), Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno sistematicamente rivendicato: quando l’essere umano (me e te) è onesto con sé stesso riconosce che la sua natura autentica è di essere bisognoso, il nulla incombe su di lui, e allora anche da ateo deve essere mendicante e chiedere il silenzio dei cannoni, il sorriso dei bambini e dei vecchi, il desinare povero ma sereno delle famiglie, a quella creatura «umile e alta» che nei millenni è stata ed è ancora «di speranza fontana vivace» (ancora la Divina Commedia, XXXIII canto del Paradiso, ci soccorre). E così solo tre giornali nel mondo, a quanto ci risulta, hanno dato un risalto cosmico, da prima pagina, alla decisione del Papa che sintetizziamo con il titolo dell’Osservatore Romano di ieri pomeriggio: «Il 25 marzo il Papa consacrerà Russia e Ucraina al Cuore Immacolato di Maria» (oltre a Libero, anche Avvenire).