PAPA FRANCESCO, IL TRAGICO ANNUNCIO POCO FA: IL PONTEFICE NON HA RETTO

Ha scelto di chiamarsi (e non certo per caso) Papa Francesco, proprio come San Francesco d’Assisi, è il primo pontefice sudamericano e la gioia dei fedeli, quando la fumata bianca annunciava il suo nome, è stata incontenibile.

Papa Bergoglio, sin dalla sua elezione, è entrato nel cuore di ogni credente per via della sua semplicità, della sua profonda umiltà, avendo sempre avuto come priorità i poveri, gli indifesi, in un’ottica di accoglienza e integrazione, di dialogo e pace, senza ghettizzazioni e ingiustizie.

La sua forza sta nei suoi valori, essendo, come si è sempre definito, “un umile tra gli umili”  appassionato di calcio, tifoso del San Lorenzo, amante del tango, da buon argentino.

Papa Francesco ci ha conquistati tutti, diffondendo la semplicità evangelica in ogni occasione e in ogni luogo. Un uomo dalla profonda spiritualità, di profonda sensibilità.

Sensibilità che ha dimostrato ieri, dinnanzi alla folla, ai suoi numerosissimi telespettatori, in occasione dell’8 dicembre, giorno in cui la chiesa cattolica celebra l’Immacolata Concezione.

Dopo 2 anni in cui, a causa della pandemia da Covid, anche le consuete celebrazioni e i rituali sono stati modificati, in modo da privilegiare la tutela dei cittadini, dopo 2 anni in cui il Pontefice ha pregato la Vergine Maria in forma privata, alle 5:00 del mattino, ieri, 8 dicembre, Papa Francesco, si è recato in Piazza di Spagna.

Qui, ai piedi della statua dell’Immacolata Concezione, si è lasciato andare ad un pianto come forse, solo in rarissime occasioni, lo abbiamo visto. Con la sua profonda umiltà, quella che lo ha sempre contraddistinto, con la voce rotta dall’emozione, con un’enorme fatica nel parlare, il Pontefice ha detto: “Vergine Immacolata, avrei voluto oggi portarti il ringraziamento del popolo ucraino…”.

Sostenuto dalla folla dei fedeli, radunati in Piazza di Spagna, applaudito da tutti i presenti, ha ricevuto la forza e l’incoraggiamento necessario ad andare avanti. Momenti che sembravano eterni per via dell’intensità delle parole di un umile tra gli umili; un uomo che ha sempre cercato di fermare le atrocità in corso, ma che davanti a ciò che sta accadendo, si sente impotente.

Ha il dolore impresso nello sguardo, si porta addosso la sofferenza di un popolo, ma trova il coraggio di continuare a parlare: “... per la pace che da tempo chiediamo al Signore. Invece devo ancora presentarti la supplica dei bambini, degli anziani, dei padri e delle madri, dei giovani di quella terra martoriata, che soffre tanto”, aggiungendo: Ma in realtà noi tutti sappiamo che tu sei con loro e con tutti i sofferenti, così come fosti accanto alla croce del tuo Figlio. Grazie, Madre nostra! Guardando a te, che sei senza peccato, possiamo continuare a credere e sperare che sull’odio vinca l’amore, sulla menzogna vinca la verità, sull’offesa vinca il perdono, sulla guerra vinca la pace. Così sia!”.

Prima di ripartire per il Vaticano, salutando alcuni giornalisti, il Papa ha spiegato i motivi della sua commozione: “Sì, è un grande dolore. Grande… Una sconfitta per l’umanità. Preghiamo eh?”. Alla Madonna ha affidato un desiderio universale di pace, in particolare per l’Ucraina, martoriata, confidando nell’aiuto di Dio per la pace. Non solo l’Ucraina, al centro della sua preghiera alla Vergine, ma anche la preoccupazione per quei genitori che non riescono ad arrivare a fine mese, per le difficoltà economiche legate alla crisi, e per i giovani, in particolare quelli che hanno risentito della pandemia, affinché ritrovino il gusto di volare in alto.