Palermo, è bufera. Arrestati per corruzione due consiglieri comunali: uno del Pd, l’altro renziano

Bufera a Palermo. Agli arresti domiciliari due consiglieri comunali. Uno è di Italia Viva, l’altro è del Pd. In manette anche due funzionari del Comune, un architetto e due imprenditori. Sono accusati, a vario titolo, di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione e falso ideologico in atto pubblico.

Palermo, chi sono i consiglieri comunali

Uno dei consiglieri arrestati a Palermo è Sandro Terrani, 51 anni. Attualmente è il capogruppo di Italia Viva in consiglio comunale. Il gruppo renziano ha preso il via nel novembre scorso. Fino ad allora Terrani era capogruppo del Movimento 139, cioè la lista di consiglieri comunali fedelissimi al sindaco Leoluca Orlando. È membro della Commissione Bilancio. L’altro consigliere è Giovanni Lo Cascio, 50 anni, del Pd. È presidente della Commissione Urbanistica, lavori pubblici, edilizia privata.

Il comitato d’affari

Varianti a concessioni edilizie in cambio di mazzette. È quanto emerge dall’operazione “Giano bifronte”. A Mario Li Castri, funzionario comunale ai domiciliari, gli investigatori contestano una variante a una concessione edilizia della Biocasa. Si tratta dell’azienda di cui gli imprenditori Giovanni Lupo e Francesco La Corte sono rispettivamente amministratore di fatto e di diritto. Una variante per aumentare le unità abitative da realizzarsi da 72 a 96.

Palermo, i particolari emersi

Il progetto sarebbe stato redatto dal suo ex socio in affari, l’architetto Fabio Seminerio. A lui fu assegnato l’incarico di direttore dei lavori. Anche Giuseppe Monteleone, ex dirigente dell’area Tecnica, arrestato oggi, avrebbe curato alcune pratiche di concessione edilizia presentate dalla Biocasa per la realizzazione di un ulteriore complesso immobiliare. Il tutto sempre a Palermo.

Le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia

Ad avvalorare le ipotesi investigative sfociate nell’operazione “Giano bifronte” sono le dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia, Filippo Salvatore Bisconti. È un imprenditore edile nell’area metropolitana di Palermo. Finì in manette per associazione mafiosa il 4 dicembre 2018 (operazione Cupola 2.0). Ha riferito circostanze e dinamiche interne agli uffici tecnici comunali, con particolare riguardo agli interessi coltivati per anni nel settore dell’edilizia.