Ora è ufficiale: a Lampedusa sbarcano pure i tifosi dell’Isis

 

È stato allontanato dall’Italia nella giornata di lunedì 3 novembre il cittadino tunisino E.M., segnalato come “soggetto pericoloso” dalle nostre forze di sicurezza.

A darne notizia è stato il Viminale.

Un fatto che assume una certa rilevanza dopo l’attentato di Nizza, compiuto da un tunisino sbarcato a Lampedusa il 27 settembre. Da parte di Roma, dopo aver incassato l’irritazione del governo francese, c’è tutto l’interesse quindi a mostrare maggiore attenzione nella sicurezza tra chi sbarca dalla Tunisia.

La storia del tunisino espulso

E la storia di E.M. poteva essere drammaticamente simile a quella di Brahim Aouissaoui, l’autore della strage di Nizza. Anche lui infatti era approdato sull’isola delle Pelagie. Lo sbarco, avvenuto a bordo di un barcone in cui il soggetto si trovava assieme a 16 connazionali, si è verificato il 18 ottobre. Così come reso noto dal Viminale, dopo l’arrivo a Lampedusa sono scattati i controlli degli uomini della Digos di Agrigento.

Una volta identificato, E.M. è risultato destinatario di un provvedimento di inammissibilità in territorio Schengen inserito dalla Francia e di un precedente respingimento del 2017. Scattata la segnalazione, la questura di Palermo ha emesso per il cittadino tunisino il decreto di respingimento, reso poi esecutivo con l’espulsione avvenuta lunedì.

La pericolosità del cittadino riportato in patria non era data soltanto dal suo “curriculum” criminale. E.M. infatti è nipote di un altro sospetto terrorista su cui grava l’accusa di essere a capo di una cellula dell’Isis in territorio francese. H.I., queste le iniziali del parente del tunisino espulso, è stato arrestato in Francia nel 2016 a seguito di un’indagine in cui è stato accertato il suo coinvolgimento nella preparazione di un attacco terroristico a Parigi. H.I. e il nipote hanno soggiornato in passato a lungo tempo in Italia, secondo le informazioni raccolte dall’intelligence i due avrebbero vissuto nel nostro Paese dal 2008 al 2015.

I numeri del Viminale

Dopo l’espulsione del cittadino tunisino, il ministero dell’Interno ha specificato che quello delle scorse ore non è stato il primo provvedimento di questo genere nel 2020. Al contrario, nell’anno in corso sono stati 43 i cittadini stranieri espulsi per motivi legati alla sicurezza nazionale. A questi occorre aggiungere, sempre secondo il Viminale, i 98 allontanamenti eseguiti nel 2019 e i 126 ordinati e portati a termine nel 2018. Complessivamente dal 2015 ad oggi le espulsioni sono state 504.

Sono questi dati con i quali dal ministero dell’Interno si è voluto specificare come l’attenzione sul fronte della sicurezza è massima. Una sorta di risposta a distanza all’irritazione del governo francese per l’ingresso nel proprio territorio dall’Italia del terrorista tunisino autore dell’attentato di Nizza.

Ira di Parigi contro il governo: “L’Italia doveva fare da filtro”

La notizia dell’espulsione resa nota nelle scorse ore ha in qualche modo confermato la delicatezza della situazione. I timori già espressi in anni passati circa la possibilità di infiltrazioni terroristiche dalla Tunisia tramite gli sbarchi autonomi si stanno rivelando fondati. Paure destinate a crescere con il repentino aumento dei flussi migratori verso Lampedusa riscontrato negli ultimi giorni.

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