Open Arms, la “verità nascosta”: Salvini si oppose ai clandestini, la Bellanova sa solo piangere

Sul caso Open Arms, ci sono delle verità incontrovertibili. L’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, accusato di sequestro di immigrati perché ne ritardò lo sbarco, ha agito o no per tutelare l’interesse nazionale? Le sue decisioni suscitarono molto clamore e tanta polemica, ma nulla avvenne a caso e soprattutto nulla avvenne all’insaputa del governo. D’altra parte si trattava di attendere e dare seguito a intese che il governo italiano doveva trovare con gli altri paesi europei, non certo di infierire su chi si trovava su una nave dopo essere stato vittima di scafisti senza scrupoli.

L’azione di Salvini, le lacrime della Bellanova

I primi risultati di quell’atteggiamento si videro, con un allentamento degli sbarchi, mentre in queste ore abbiamo visto che dopo le lacrime della Bellanova sono arrivati clandestini in massa sulle coste dell’agrigentino e a Lampedusa. I ministri piangono, annunciano sanatorie e i clandestini riprendono a sbarcare.  Salvini aveva cercato di arginare tutto questo fiume incontrollato e lo ha fatto usando giustamente i suoi poteri.

L’ulteriore prova della correttezza del suo operato è tutta in quelle intercettazioni dei vari Palamara che affollano i giornali in questi giorni. I magistrati ammettono che l’allora ministro dell’Interno aveva ragione, ma che andava fermato per ragioni politiche e ideologiche. Non si tratta di parole in libertà, ma di affermazioni gravissime che i membri della Giunta non potranno ignorare. A questo punto, il loro pronunciamento assume un doppio significato.

Non c’è solo da valutare l’operato di Salvini che a conti fatti agì nell’interesse del Paese, ma anche di respingere la manovra politica degli avversari di Salvini e del centrodestra. Ovvero di quei magistrati che non sono degni di indossare la toga perché sono dei militanti politici pronti a contestare e condannare chi non è di sinistra. Su questo vergognoso abuso di poteri è tempo che anche il Parlamento si pronunci.