Omicidio Scazzi, Concetta a Quarto Grado: “Michele? Un pagliaccio. Voglio giustizia”

 

In un’intervista esclusiva a “Quarto Grado” Concetta Serrano, la madre di Sarah Scazzi vittima del delitto di Avetrana ha commentato la scarcerazione di Michele Misseri, condannato per la soppressione del cadavere.

“Con il suo comportamento è come se mia figlia avesse ricevuto una giustizia a metà, deve finirla di fare il pagliaccio” ha confidato Concetta. E aggiunge che continua ad autoaccusarsi perché sa che “nessuno gli crede”, a partire dalla magistratura che in Cassazione ha condannato la cugina e la zia della ragazza, Sabrina Misseri e Cosima Serrano, moglie e figlia di Michele: la prima per omicidio, la seconda per concorso in omicidio.

Concetta a Quarto Grado: “Michele mi deve dire cosa è successo”

 

Concetta con sguardo affranto davanti alle telecamere di Quarto Grado, ha commentato poi un video dal carcere che documenta una conversazione tra Misseri e la nipote. Un video che proverebbe la sua innocenza: “Lui dice chiaramente che ha coperto la figlia Sabrina”.

“Se lei non c’entrava nulla perché la tira in ballo?», si domanda la donna. Concetta dice infine di essere disposta ad un confronto con Misseri: “Ma mi deve dire cosa è successo quel giorno, cosa ha provato in quel momento. Dobbiamo mettere un punto fermo a questa verità che non vuole dire”.

Misseri si dichiara l’unico responsabile

Misseri dopo la scarcerazione ha rilasciato un’intervista in cui continua a dichiararsi unico responsabile della morte della nipote. “È la verità, io da assassino sono fuori e loro da innocenti in carcere. Non è giusto, la legge non ha fatto le cose giuste. Sette anni sono volati perché sapevo che quello che stavo scontando era giusto. Sono andato a scuola, ho fatto volontariato alla Chiesa e alla Caritas, ho imparato a fare quadri, falegnameria e anche altre cose. Con gli agenti non ho avuto mai discussioni, sono sempre stato un detenuto modello, come mi hanno sempre detto”.

 

sarah scazzi

 

Il 69enne ha anche ricordato la nipote: “Una volta mi è apparsa mentre lavoravo in Chiesa. L’ho vista come un angelo, era reale, non era un sogno. Ho pregato molto per lei, non solo in Chiesa, ma da tutte le parti. Chiedevo sempre all’appuntato: “Fammi andare a pulire la Chiesa per pregare per Sara, Cosima e Sabrina”. Io sono uomo libero e spero di tornare in carcere, ma devono uscire quelle poverette innocenti che stanno in carcere”.