OLINDO ROMANO: “ECCO PERCHÉ HO CONFESSATO, MI HANNO OFFERTO..”

 

Nel corso di una  lunga intervista a Cronaca Vera, il 61enne ex netturbino Olindo Romano, ritenuto, assieme a sua moglie Rosa Bazzi, responsabile della strage di Erba e per questo condannato all’ergastolo,  ha rivelato i motivi che lo  avrebbero portato a confessare.  Lo ha fatto direttamente dal penitenziario di Opera, in cui  sta scontando la sua pena dal momento che, in tutti e tre i gradi di giudizio, è ritenuto l’autore della mattanza in cui hanno perso la vita 4 persone, tra cui il piccolo Youssef, di soli 2 anni.

I due coniugi da  anni si diconono innoscenti,  mentre, proprio nelle scorse settimane, a Brescia, è arrivata la prima richiesta di revisione del processo da parte del sostituto pg di Milano Cuno Tarfusser, in cui si parla, per la prima volta, di un possibile errore giudiziario… richiesta cui si è aggiunta quella del tutore di Olindo Romano, l’avvocato Diego Soddu. Durante l’intervista, Olindo ha provato a chiarire quali sono gli aspetti che hanno portato  a puntare il dito contro lui e sdua moglie.

Un aspetto è legato al fatto che si era diffusa la notizia del sospetto di Olindo d’essere intercettato, fino a smontare il citofono per ricercare microspie.  A detta del netturbino, invece,  un’intercettazione mai coinvolta nel processo, egli stesso spiegava a una vicina che il  suo citofono era rotto aggiungendo anche che, dopo averlo comunicato ai carabinieri, questi ultimi lo avevano riparato.

Riguardo a Mario Frigerio, il supertistimone della strage, deceduto  dopo una lunga malattia, nel corso dell’intervista, Olindro ha dichiarato:  “Quando mi dissero che Frigerio mi aveva riconosciuto, era nella fase del “lavaggio del cervello” della confessione. Non ci potevo credere, ma mi convincevano che tanto non avrei potuto difendermi e che per salvare almeno Rosa dovevo fare la confessione. Non ho mai pensato che Frigerio ce l’avesse con me. Anche a lui ‘lavaggio del cervello’”. Il 61enne, dal lontano 2008 ritiene che i carabinieri lo abbiano convinto a confessare, spiegando anche i motivi per cui ha reso la confessione, ossia  gli agenti, a suo dire, gli avrebbero promesso una liberazione immediata e il ricongiungimento con la moglie.

Quando l’intervistatore gli chiede  come mai abbia  fornito delle risposte ben precise circa le  modalità con cui avrebbe colpito una vittima, l’ex netturbino ha così dichiarato: “Più o meno si sapeva che erano state accoltellate e colpite con un oggetto. Non ho raccontato nulla di eccezionale”. Romano, nella confessione, aveva anche rivelato il luogo in cui si sarebbe liberato dei vestiti utilizzati quel maledetto giorno… confessione che, se si dimostrasse la sua innocenza, sarebbe stata inventata. Proprio riguardo a quest’ultimo punto, il 61enne ha detto:  . “Era il posto più credibile, perché lavorando come netturbino sapevo i posti dove si potevano buttare tra lì e Como”. E voi, cosa ne pensate? Ritenete che Olindro sia  colpevole o innocente, come da tempo dichiara?

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