Odio online, fake news e manifestazioni: l’opposizione in Italia non è mai stata così inutile

Mentre tra mille difficoltà il Paese cerca di rialzarsi dopo la botta economica subita a causa del lockdown, con i commercianti impegnati in una corsa contro il tempo per rendere agibili i loro locali per le riaperture di lunedì, Matteo Salvini e Giorgia Meloni fanno a gara per intestarsi una “utilissima” manifestazione contro il Governo guidato da Giuseppe Conte da celebrarsi (rispettando tutte le regole di distanziamento, ci tengono a precisare) il prossimo 2 giugno, nel giorno della Festa della Repubblica. “A noi interessa dare voce, tutti insieme, agli italiani in difficoltà, mettiamo da parte gli interessi e le bandiere di partito”, ha scritto il leader della Lega sui social, in quello che a molti osservatori è sembrato un monito alla sua alleata.
A destra, insomma, c’è tanta voglia di piazza. E ad anticipare le danze ci hanno pensato i “fascisti del terzo millennio” di CasaPound, che oggi hanno sfilato in 200, armati di mascherina tricolore, per il centro di Roma. Il bilancio della manifestazione non autorizzata è stato di cinquanta identificati dalle forze dell’ordine. Una voglia di piazza che in verità ha ragioni assai poco nobili: senza i luoghi fisici della propaganda, gli infiniti tour elettorali con cronisti, fotografi e troupe televisive al seguito, la curva del consenso del capo del centrodestra rischia di continuare a segnare un inesorabile crollo, almeno questo è quello che pensano i guru della comunicazione del Carroccio.

C’era un tempo ormai lontano in cui i partiti di opposizione erano un pungolo per i governi e con la loro azione portavano a casa grandi conquiste sociali, ma non è questo il tempo. Il Coronavirus ha messo a nudo tutti i limiti degli attuali partiti che si oppongono alla maggioranza giallo-rossa, limiti che si sono palesati in Lombardia, fino a ieri regione fiore all’occhiello dei cosiddetti “sovranisti” e nella gestione dell’emergenza sia a livello politico che di comunicazione.

Lo staff del “Capitano”, in particolare, le ha provate tutte: dalle fake news sul virus uscito dal laboratorio cinese – che ha portato il leader sul poco edificante “podio” dei politici che hanno diffuso più bufale sul Coronavirus secondo la BBC – alla “battaglia” per la terapia al plasma, trattamento utilizzato da diversi ospedali che nessuno ha mai negato ma che semplicemente ha dei limiti di applicazione, come ha recentemente spiegato Gianni Rezza a Tpi. Da settimane il cavallo di battaglia sono diventate le riaperture: si cavalca il malcontento di commercianti e piccoli imprenditori messi in ginocchio dai mancati guadagni, ma anche questa operazione non sembra sortire i risultati sperati in termini di consenso. Una vicinanza – tra le altre cose – non supportata da fatti, anzi tradita dall’astensione sul Recovery Fund in sede di Parlamento Europeo: un voto “tafazziano” contro duemila miliardi messi in campo dall’Europa per il rilancio delle economie degli Stati membri.

E dire che a molti il ritorno di Silvia Romano con la veste islamica dopo il presunto pagamento da parte dell’Italia di un riscatto di quattro milioni di euro era sembrato l’assist che non ti aspetti a Salvini, Meloni &Co. macché: di come l’opposizione ha trattato la vicenda rimarrà l’orrendo post di incitamento all’odio del leghista Alessandro Morelli (rilanciato dai social del suo partito), quelli di alcuni esponenti locali di Lega e Fdi e le tante bufale fatte circolare su canali ufficiali e non. Che poi, fossero anche stati pagati quei quattro milioni di euro per liberare la giovane cooperante italiana rimasta per 18 mesi nelle mani di Al-Shabaab, sono sempre meno dei venticinque spesi per costruire l’ospedale alla Fiera di Milano, simbolo del clamoroso flop lombardo.

L’immagine è quella di un’opposizione completamente inutile, incapace di lasciare un’impronta politica nel Paese, un’influenza che vada al di là del cavalcare rabbia sociale e fomentare odio contro dei nemici. E a proposito di nemici, sta avendo scarso successo anche la campagna di demonizzazione della sanatoria dei migranti irregolari che lavorano nei campi: persino quella parte di elettorato che si esalta al grido di “prima gli italiani” sembra aver capito che qualcuno i pomodori deve raccoglierli, ed è meglio che li raccolga percependo un salario decente senza essere sfruttato dalle mafie.

In un sistema normale, chi vota i partiti che si oppongono ai governi lo fa con la convinzione di sostenere un’alternativa credibile. In Italia è stato sempre così, persino quando sulle bandiere di quell’alternativa c’era la falce e martello e le possibilità di vedere quel partito governare – in un mondo diviso in blocchi – era prossima allo zero. E persino l’antiberlusconismo degli anni ’90 dei partiti del centrosinistra portava con sé delle proposte alternative su questioni come i diritti civili e il lavoro. Oggi si ha l’impressione che l’opposizione sia un’entità funzionale alle sole percentuali dei partiti che la compongono, al successo o all’insuccesso dei suoi momentanei leader. Persino molti dei suoi elettori, in cuor loro, non si fiderebbero di affidare il Paese a quei partiti e a quei leader, tantomeno in un momento difficile come quello che stiamo vivendo. In un’Italia che dovrà cercare il “rimbalzo” per superare la crisi più grave mai vista dal dopoguerra, un’opposizione che sa solo organizzare inutili sfilate in mascherine tricolori è un problema per tutti, anche per chi governa.