Odia Salvini, è una fan delle sardine e dell’invasione: l’avvocato di Carola Rackete si candida col PD

 

Di Giuseppe De Lorenzo – La ricordiamo al fianco di Monica Cirinnà con la scritta “Frociaria di Stato” e il font della polizia stampato sulla maglietta. La ricordiamo mostrare orgogliosa la t-shirt “meglio frocio che fascista”. Ma anche per le sue battaglie da attivista Lgbt, per gli affondi social contro Matteo Salvini, per la difesa da avvocato di Carola Rackete e gli elogi alle sardine. Presto, però, potremmo vedere Cathy La Torre sotto un’altra luce: quella che illumina la sedia più importante di Palazzo D’Accursio, storica sede comunale di Bologna.

Come già anticipato a febbraio dal Giornale, Cathy vuole realizzare il suo “sogno”. E così ha deciso di fare il passo che tanti le domandavano e che, dice lei, le chiede anche “una voce dentro”. Lo slogan pare sia “Tutta tua la città”, presto dovrebbe iniziare a girare la “Vecchia Signora” (copyright Guccini) per raccogliere i suggerimenti dei cittadini. “La vera sfida – ha detto a Repubblica – per me è conoscere quello che mi è lontano. Per esempio sono curiosa di sapere perché tanta gente a Bologna ha votato Lega o Fratelli d’Italia”.

Nata a Trapani nel 1980, La Torre il Palazzo bolognese lo conosce già, visto che dal 2011 al 2016 è stata consigliere comunale per Sinistra Ecologia e Libertà. Fondatrice di Gaylex.it, recentemente ha ammesso di aver pensato di cambiare sesso ma “non ero convinta di voler essere uomo, però non mi sento totalmente una donna”. A lei si deve la nascita della campagna “Odiare ti costa” contro gli insulti che volano ogni giorni sui social. E ha fatto parlare di sé anche per le dure polemiche contro il leader della Lega: basti pensare alla giustificazione della ragazza che sull’aereo si scattò una foto con il leghista addormentato e il dito medio bene in vista; oppure alla difesa del 17enne tunisino che al Pilatro ricevette la telefonata del leader del Carroccio; o ancora alla diffida recapitata dopo che la “Bestia” mostrò il video della sardina Sergio Echamanov che si ingarbugliava con le parole sul palco di San Pietro in Casale. Senza dimenticare, ovviamente, che durante lo scontro tra Salvini e le Ong, Cathy ricevette da Sea Watch il mandato di tutelare civilmente il capitano Rackete che con la sua nave carica di migranti forzò il blocco imposto dall’allora ministro leghista.

La sfida lanciata da Cathy – va detto – è tutta in salita. Da ex vendoliana si candida alla guida della città da outsider della sinistra, un po’ sulla scia del successo conquistato da Elly Schlein alle ultime regionali (“siamo amiche da una vita”). Ma ci sono da superare le resistenze del Pd. Le carte in regola per raccogliere consensi lei le avrebbe tutte: da attivista Lgtb metterebbe d’accordo un voto di opinione che a Bologna conta mica poco; il pedigree anti-leghista è di tutto rispetto, quanto basta per apparire come l’argine perfetto alle mire del centrodestra sulla città; sono inoltre note le sue posizioni in difesa dei migranti; ed è ormai vicina alle sardine, altro probabile catalizzatore di preferenze nei luoghi dove il movimento di Mattia Santori è nato. Non a caso, due giorni fa Cathy era a Roma agli Stati Popolari di Aboubakar Soumahoro insieme a Jasmine Cristallo, Lorenzo Donnoli, Santori e gli altri pesciolini.

Il Pd dal canto suo per ora non si sbilancia. Tra le sue fila i candidati naturali sarebbero due esponenti della giunta Merola, Alberto Aitini e Matteo Lepore. In panchina c’è pure il rettore dell’Università Francesco Ubertini. E pare che anche Pier Ferdinando Casini stia proponendo un suo uomo, Gian Luca Galletti. Cathy punta però ad ottenere le primarie di coalizione, così da pesare i voti. La “ditta” si pronuncerà probabilmente a settembre, dopo la Festa dell’Unità. Appuntamento al 2021.

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