Nuova sanzione per il “ristoratore ribelle”. E stavolta mandano via i clienti

 

Nuova “disavventura” per Momi El Hawi, il ristoratore ribelle fiorentino, multato per la terza volta in pochi giorni. Ieri sera ha tenuto aperto il suo locale, il ristorante Tito di via Baracca, a Firenze, e al controllo degli agenti è scattata la sanzione: 400 euro di multa, più una sanzione di pari valore alle dodici persone sedute a tavola per cena. Sono stati inoltre disposti altri cinque giorni di chiusura per il locale, che si aggiungono ai cinque dell’altro giorno. Il titolare non si dà per vinto: “Domani (stasera, ndr) saremo di nuovo qua”.

Nella serata precedente nel locale c’erano 31 persone. A far scattare i controlli era stata una segnalazione alle forze dell’ordine, anche se El Hawi ormai è “noto” agli agenti. Sono un semplice ristoratore e pizzaiolo che vuol tenere aperto per lavorare. Ho cinquanta persone che dipendono da me e non voglio altro, solo lavorare. Le sanzioni sono dei pezzi di carta, gli agenti di polizia sono persone oneste che fanno solo il loro lavoro. Ma io sono tranquillo, non mi preoccupano le multe.

Diventeranno carta straccia – dice in un intervento video su Facebook -. Da me sono intervenute otto volanti. Ma se aprissero tutti i ristoranti che accadrebbe? Quante macchine della Polizia dovrebbero essere mobilitate? Io ho seicento metri quadri – racconta il ristoratore – e avevo apparecchiato tutti tavoli da quattro”.

Stando a quanto racconta El Hawi i clienti sono stati mandati via dal locale, senza permettere loro di terminare la cena. “È la prima volta che lo fanno, causando peraltro mancati incassi. Chiederò il risarcimento danni per tutto questo, sia per i mesi scorsi (abbiamo perso un milione e mezzo di fatturato su tre locali) sia per la serata di ieri”.

Il ristoratore rivolge un appello ai clienti: “Chiunque di loro ricevesse una sanzione per queste cose, la giri pure a me, io li tutelerò attraverso l’avvocato che difende me e tantissime persone in Toscana”.

“Anche se potessi rimanere chiuso non lo farei – aggiunge Momi – è una questione di principio. Sono danni ingiusti quelli che stiamo subendo, per motivi ingiusti. Oggi tornando da Milano mi sono fermato in un autogrill e ho notato diverse persone ammassate per mangiare. Se mi condanneranno per ‘istigazione a lavoro’ forse sarò il primo al mondo”.

larno.ilgiornale.it