NICOLÒ, IL BIMBO DI 2 ANNI MORTO DOPO UN POMERIGGIO AL PARCO GIOCHI NON È STATO UCCISO DA UN BOCCONE AVVELENATO

Ha sconvolto l’Italia la tragedia del piccolo Nicolò Feltrin, il bimbo di soli 2 anni che è deceduto all’ospedale di Pieve di Cadore, in provincia di Belluno, dopo aver trascorso delle ore di divertimento col padre al parco, a Longarone.

In attesa dei risultati dell’esame autoptico e dell’indagine tossicologica sul corpicino del bimbo, che sono stati entrambi fissati per oggi, 3 agosto, e che serviranno ad orientare l’inchiesta a carico del padre del piccolo, si cerca di provare a capire cosa abbia potuto causargli il malore, rivelatosi fatale.

La magistratura, come atto dovuto, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo nei confronti del padre. Ma vediamo cerchiamo, sulla base delle informazioni raccolte finora, di ricostruire le ore precedenti la tragedia.

Il padre Diego, 39enne, boscaiolo, ha raccontato che si trovava nell’area giochi situata proprio alle spalle del condominio dove la famiglia Feltrin abita, a Codissago, in via 2 giugno, ha notato che il figlioletto ha raccolto da terra una cosa scura e l’ha portata alla bocca.

Il nonno paterno Sergio ha raccontato che, al rientro da pranzo, dopo aver mangiato qualcosa, Nicolò ha iniziato a sentirsi male. Sembrava intontito. A quel punto i genitori lo hanno caricato velocemente in auto e portato in ospedale, in codice rosso. Il piccolo, nel frattempo, si era addormentato pesantemente, aveva una grave insufficienza respiratoria e presentava il battito cardiaco rallentato.

Il medici hanno fatto tutto il possibile per rianimarlo, per salvargli la vita ma purtroppo non ce l’ha fatta, passando dal sonno profondo alla morte. Ora, ovviamente, ci sono tanti interrogativi ai quali gli inquirenti dovranno trovare delle risposte. In queste ore, dal lavoro incessante condotto da chi si sta occupando del caso, si è arrivati ad escludere, almeno per il momento, che Nicolò possa aver ingerito un boccone avvelenato al marco. Più plausibile, per gli inquirenti, che abbia mangiato qualcosa a casa.

L’abitazione dei Feltrin è stata perquisita e non sono state trovate tracce di droghe ma, ovviamente, gli esami tossicologici serviranno proprio a chiarire questo dubbio, escludendo che il piccolo abbia ingerito una sostanza stupefacente leggera. Questa non è l’unica pista battuta, in quanto Nicolò avrebbe potuto accusare il malore che gli si è rivelato fatale dopo l’ingestione di detersivi, farmaci etc, insomma qualsiasi cosa di tossico che, assunta in quantità eccessive, abbia potuto condurlo alla morte.

Ricordiamo che Diego Feltrin, padre della vittima, è indagato per omicidio colposo ma che si tratta di un’iscrizione che serve agli inquirenti per disporre gli accertamenti che potrebbero escludere eventuali responsabilità, dato che l’uomo involontariamente avrebbe potuto causare il decesso del figlio, lasciando qualcosa di tossico alla sua portata.

Intanto oggi, il medico legale Antonello Cirnelli, che ha ricevuto l’incarico dal pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Simone Marcon, effettuerà l’esame autoptico sul corpicino di Nicolò. Papà Diego si continua a ripetere: “Non so davvero cosa possa essere successo a mio figlio”.

Il boscaiolo, il giorno della tragedia, era a casa a riposo, mentre la moglie Serena era uscita per andare a lavoro. . La coppia era andata ad abitare 3 anni fa nell’appartamento nel grande condominio al centro di Codissago e conduceva una vita semplice, accomunata dall’amore per la montagna.