Napoli, sparatoria alla Sanità, ferito il figlio dell’attore Vincenzo Pirozzi e nipote del boss: grave l’amico ventenne
Un grave episodio di cronaca ha sconvolto il cuore pulsante della città, nella notte tra martedì e mercoledì, nella storica e simbolica zona della Sanità. Intorno alle 3 del mattino, due ragazzi sono stati vittima di un agguato armato avvenuto in via della Sanità, uno dei quartieri più complessi e ricchi di storia della città partenopea.
Secondo le prime ricostruzioni, un uomo a bordo di uno scooter ha fatto fuoco contro i giovani, poi è fuggito immediatamente facendo perdere le tracce. Le indagini, condotte dagli agenti delle volanti e dalla Squadra Mobile, sono ancora in corso per chiarire dinamica e motivazioni di questo grave episodio, che al momento appare come un vero e proprio agguato senza apparente motivo.
Tra i feriti, il più grave è un ragazzo nato nel 2001, colpito al torace e trasportato d’urgenza all’ospedale civile di Caserta, dove si trova ancora ricoverato in condizioni critiche. L’altro giovane, Giulio Pirozzi, 22 anni, figlio del noto attore e regista Vincenzo Pirozzi, è stato invece raggiunto da una ferita alla gamba e trasportato in codice rosso all’ospedale Vecchio Pellegrini. Le sue condizioni, pur gravi, non sono considerate letali.
Il nome Pirozzi, legato da tempo al quartiere Sanità, assume un significato particolare in questa vicenda. Giulio porta il nome del nonno, ritenuto a lungo vicino al mondo della criminalità organizzata, legato al clan Misso. La famiglia Pirozzi, tuttavia, ha anche una storia di impegno civile e culturale: Vincenzo Pirozzi, attore e regista, ha scelto di restare nel quartiere, dedicandosi all’arte come forma di resistenza e riscatto sociale. La sua famiglia ha già subito episodi di violenza in passato, come nel 2007, quando sua moglie Elena fu ferita da un proiettile vagante.
Vincenzo Pirozzi, noto per aver lavorato con registi come Antonio Capuano e Paolo Sorrentino, e per aver interpretato ruoli in serie televisive di successo come ’O Prufessore e Gomorra, ha sempre sostenuto l’importanza della cultura come strumento di riscatto e di speranza per i giovani del quartiere. La sua scelta di non abbandonare la Sanità testimonia l’impegno di chi crede nel potere della resistenza civile e artistica.
Il quartiere della Sanità, da sempre teatro di contrasti e trasformazioni, si trova ora a fare i conti con una recrudescenza di violenza che mette a dura prova la comunità locale. La caccia al responsabile prosegue, mentre gli abitanti attendono risposte e sperano in un ritorno alla calma.