È stato convalidato il fermo di Salvatore Calvaruso, il 19enne accusato di essere uno dei responsabili della sparatoria avvenuta nella notte tra sabato e domenica a Monreale, in cui hanno perso la vita tre giovani. Il Gip ha confermato la misura cautelare alla luce di una ricostruzione dettagliata della vicenda, supportata da numerose testimonianze e dalle immagini di videosorveglianza.
Dopo un primo battibecco per i modi irruenti con cui alcuni giovani palermitani sfrecciavano in scooter tra la folla, Turdo li ha rimproverati invitandoli ad andare più piano. La risposta è stata violenta: Miceli è stato colpito ripetutamente al volto con un casco, dando il via ad uno scontro che ha presto assunto contorni nefasti.
Due persone, tra cui lo stesso Calvaruso, hanno impugnato le armi e aperto il fuoco sulla folla, facendo partire oltre 20 colpi, secondo quanto riportato dal Gip Ivana Vassallo. Calvaruso ha ammesso di aver fatto partire dei colpi, ma sostiene di averlo fatto per difendersi. Intanto, dalla ricostruzione dei fatti emerge quello che è stato il sacrificio di Andrea Miceli, uno dei malcapitati.
Le carte dell’ordinanza raccontano una dinamica tremenda e rivelano anche il tentativo disperato di Andrea Miceli di evitare il peggio. Fu lui, infatti, a cercare di placare gli animi tra i due gruppi, invitando anche il cugino Salvatore Turdo, a chiedere scusa per evitare lo scontro. La situazione è degenerata rapidamente.
Particolarmente inquietante è una testimonianza raccolta dagli inquirenti, secondo cui un amico di Calvaruso lo avrebbe incitato a colpire la folla. Si tratterebbe di uno dei membri del gruppo ancora ricercati. Le indagini, ora affidate alla Dda di Palermo, continuano per fare piena luce sulla dinamica e individuare eventuali complici coinvolti nella strage.