Monreale, il sacrificio di Andrea Miceli

​Il triplice delitto avvenuto a Monreale, vicino a Palermo, nella notte tra sabato 26 e domenica 27 aprile 2025, ha sconvolto tutta Italia. Tre giovani, Salvatore Turdo (23 anni), Massimo Pirozzo (26 anni) e Andrea Miceli (26 anni), sono stati freddati a colpi di pistola in strada. Miceli è deceduto qualche ora dopo il ricovero in ospedale, colpito al torace, come confermato dall’esame autoptico.

Il principale indagato è Salvatore Calvaruso, 19 anni, che ha ammesso di aver aperto il fuoco, sostenendo di averlo fatto per paura, e ha chiesto perdono alle famiglie dei ragazzi che hanno perso la vita. Il giudice per le indagini preliminari di Palermo ha convalidato il suo arresto e disposto la custodia cautelare nel penitenziario. ​

Le indagini hanno rivelato la presenza di un secondo colpevole: un uomo alto, con barba, indossante un giubbotto bianco e alla guida di una moto BMW. Calvaruso, di statura più bassa e con un giubbotto nero, era passeggero sulla moto quando ha fatto fuoco. Le forze dell’ordine sono attualmente alla ricerca di questo secondo uomo. Le immagini dello scontro sono state diffuse online, mostrando la confusione della scena. ​

La comunità di Monreale è profondamente scossa dall’accaduto. Molti amici e conoscenti dei tre giovani si sono riuniti nel luogo dell’accaduto per commemorare i giovani scomparsi. In segno di lutto, la tradizionale processione del Santissimo Crocifisso, prevista per il 3 maggio, è stata annullata. ​

In queste ore è emerso un clamoroso retroscena su quanto accaduto quella maledetta notte. Tra i giovani a perdere la vita c’è anche Andrea Miceli, sfortunato protagonista di un toccante sacrificio. Un gesto eroico pagato a caro prezzo.

È stato convalidato il fermo di Salvatore Calvaruso, il 19enne accusato di essere uno dei responsabili della sparatoria avvenuta nella notte tra sabato e domenica a Monreale, in cui hanno perso la vita tre giovani. Il Gip ha confermato la misura cautelare alla luce di una ricostruzione dettagliata della vicenda, supportata da numerose testimonianze e dalle immagini di videosorveglianza.

Dopo un primo battibecco per i modi irruenti con cui alcuni giovani palermitani sfrecciavano in scooter tra la folla, Turdo li ha rimproverati invitandoli ad andare più piano. La risposta è stata violenta: Miceli è stato colpito ripetutamente al volto con un casco, dando il via ad uno scontro che ha presto assunto contorni nefasti.

Due persone, tra cui lo stesso Calvaruso, hanno impugnato le armi e aperto il fuoco sulla folla, facendo partire oltre 20 colpi, secondo quanto riportato dal Gip Ivana Vassallo. Calvaruso ha ammesso di aver fatto partire dei colpi, ma sostiene di averlo fatto per difendersi. Intanto, dalla ricostruzione dei fatti emerge quello che è stato il sacrificio di Andrea Miceli, uno dei malcapitati.

Le carte dell’ordinanza raccontano una dinamica tremenda e rivelano anche il tentativo disperato di Andrea Miceli di evitare il peggio. Fu lui, infatti, a cercare di placare gli animi tra i due gruppi, invitando anche il cugino Salvatore Turdo, a chiedere scusa per evitare lo scontro. La situazione è degenerata rapidamente.

Particolarmente inquietante è una testimonianza raccolta dagli inquirenti, secondo cui un amico di Calvaruso lo avrebbe incitato a colpire la folla. Si tratterebbe di uno dei membri del gruppo ancora ricercati. Le indagini, ora affidate alla Dda di Palermo, continuano per fare piena luce sulla dinamica e individuare eventuali complici coinvolti nella strage.

This website uses cookies. By continuing to use this site, you accept our use of cookies.  Per saperne di più