MOGLI, FRATELLI, CUGINI E PURE LA SUOCERA! IL VITALIZIO E’ DI FAMIGLIA DI VELTRONI!

La suocera di Veltroni, la figlia di Cossutta, il parente stretto di Crocetta. Va avanti l’inchiesta del “Giornale” sui vitalizi Roma – «Aggiungi un posto a tavola ché c’è un parente in più, se sposti un po’ la seggiola stai comodo anche tu». Garinei e Giovannini forse l’avrebbero scritta in questo modo se avessero saputo che, con il passare degli anni, Palazzo Madama (e anche la Camera) si sarebbe trasformato in un buen retiro per fratelli, cugini, figli e suocere. Perché il potere ha anche un tratto ereditario e, pur essendo l’Italia una repubblica, c’è sempre qualche cinghia di trasmissione che consente di estendere ai consanguinei (biologici o acquisiti) qualche benefit. Scorrendo l’elenco dei vitalizi erogati dal Senato, infatti, si scopre che dal 1992 al 2001 ha transitato sui banchi di Palazzo Madama Franca D’Alessandro Prisco. Si tratta della suocera di Walter Veltroni.
Ex assessore nelle giunte comuniste del Comune di Roma con i sindaci Argan, Petroselli e Vetere, Franca D’Alessandro, moglie di Massimo Prisco, direttore della federazione statali della Cgil, compì il grande salto sulla scena nazionale. Nei quattordici anni trascorsi dal termine della propria esperienza al Senato, ha accumulato circa 770mila euro di vitalizi a fronte di una contribuzione di 238mila euro per uno sbilancio complessivo di 531mila euro circa. Una cifra leggermente inferiore a quella di Salvatore Crocetta (-586mila di «buco» previdenziale), fratello dell’attuale governatore siculo Rosario. Salvatore è un comunista vero e, dopo la Bolognina, se ne va con Rifondazione. Ma per quanto abbia avuto i suoi cinque minuti di visibilità con tre legislature da senatore, è a Rosario che è riuscito il colpo grosso di fare il sindaco del paese natio, Gela, e poi il potentissimo presidente (tra un rimpasto e l’altro) della Regione Sicilia.
Ecco, la Sicilia appunto. Una terra nella quale i valori familiari sono sempre al primo posto. Basta spostarsi dalla siracusana Gela alla catanese Paternò per incontrare un’altra famiglia importante: quella dei La Russa. Tutti conoscono il simpaticissimo e focoso Ignazio, avvocato fondatore di An, ex ministro della Difesa con il Pdl e oggi difensore dei valori della Destra in Fratelli d’Italia.
Un po’ meno noto al grande pubblico è il fatto che la famiglia La Russa abbia la politica nel sangue. Il padre di Ignazio era senatore dell’Msi, il fratello è stato invece senatore della Dc prima e del Ccd di Casini poi. Dal ’96 non è più parlamentare e così lo sbilancio della posizione è salito a circa 700mila euro. Non è un caso isolato. Prendiamo, ad esempio, Francesco Covello. Calabrese di Castrovillari, moroteo, ha seguito tutto il cursus honorum : consigliere comunale, assessore provinciale, consigliere regionale, amministratore unico delle Ferrovie della Calabria e, infine, senatore (-659mila euro). Poteva uscire di scena come un uomo qualunque? Certo che no! La figlia Stefania oggi è parlamentare Pd ed è componente della segreteria del partito di Matteo Renzi con delega ai fondi europei. Non è l’unica figlia d’arte: è accaduto a Maura Cossutta, figlia del rigoroso filosovietico Armando (-27.400 euro).
È successo anche a Balda Di Vittorio, figlia del leader storico della Cgil e scomparsa all’inizio di quest’anno. La citazione non è casuale. Laddove il nome non sia garanzia di successo e di continuità della tradizione, spesso è venuto in soccorso proprio il ruolo svolto nella rappresentanza degli interessi delle «masse operaie». Il sindacato ha così traslato a Palazzo Madama figure importanti.
L’ultimo in ordine di tempo è stato Franco Marini, ex numero uno della Cisl che, avendo terminato l’esperienza due anni fa, è ancora in attivo per quanto riguarda la posizione contributiva. In passivo (-256mila euro), invece, è già Antonio Pizzinato, il successore di Luciano Lama alla guida del sindacato di Via Po: un comunista duro e puro, educato a Mosca. In passivo anche Giorgio Benvenuto (-192mila euro) che con lo stesso Lama e Pierre Carniti (-378mila euro, la sua scheda è stata pubblicata lunedì) faceva tremare governi e Confindustria tra gli anni ’70 e ’80. Talvolta vale pure il processo inverso: un brand è talmente forte che lo si può anche declinare in politica. Ne sa qualcosa Luigi Biscardi (-531mila euro), al Senato dal 1992 al 2001 con il Pds-Ds. È il fratello del famosissimo Aldo, quello del Processo del lunedì . Entrambi avevano il cuore a sinistra da giovani. L’Aldo nazionale passò da Paese Sera al Tg3 in un sol colpo. Anche il partito aveva bisogno di uno sgub.