Milioni di italiani infuriati, arriva il duro colpo anche se si tratta di una decisione sofferta

Con il decreto in scadenza il 15 però Draghi potrebbe emanare un decreto per prolungare lo status quo prima del voto in Parlamento, e le restrizioni anti Covid sarebbero valide ancora per una settimana o fino al 5 marzo, data in cui scadrà invece il dpcm attualmente in vigore.

Anche nel caso in cui non fosse ancora nella pienezza dei suoi poteri il nuovo governo sarebbe comunque già in carica, dopo il giuramento del presidente del Consiglio e dei nuovi ministri al Quirinale.

L’altra ipotesi è che possa intervenire il governo uscente, con un ultimo atto, vista la situazione di emergenza. Anche se il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia ha già detto che la decisione spetta comunque al nuovo esecutivo. Ma Boccia e Speranza sono, come è noto, per la linea del rigore.

Se dunque dovesse essere riconfermato alla Salute il ministro attuale sarebbe inevitabile che ci fosse una proroga del divieto, mantenendo l’obbligo di autocertificazione. Se invece il posto di Speranza fosse affidato a una figura diversa non è scontato che si prosegua con lo stop.

Quindi si aprirebbero due strade: subito un nuovo decreto per mantenere le restrizioni attuali, per dare il tempo al nuovo ministro di prendere in mano i dossier; oppure tornerebbe la vecchia regola del sì agli spostamenti tra Regioni gialle e divieto di movimento tra zone arancioni e rosse.

Si va verso la proroga del blocco degli spostamenti. Lunedì 15 dovrebbe scadere infatti il decreto che vieta i movimenti tra le Regioni, ma è probabile che dal 16 febbraio non ci sarà un liberi tutti, Per il momento il Cts dice di non aver ricevuto ancora una richiesta di parere, ma secondo gli esperti sarebbe meglio aspettare ancora un’altra settimana, per vedere l’andamento dei contagi. Preoccupano le varianti del coronavirus, che si stanno diffondendo in alcune zone dell’Italia centrale.