Migranti “turisti” a Lampedusa: ignorano anche la quarantena

 

Migranti a spasso per Lampedusa in fuga dalla quarantena nel centro d’accoglienza. Due giovani nordafricani sono stati ripresi da un cittadino dell’isola mentre indistrurbati giravano per le vie del centro abitato.

I due immigrati come dei turisti hanno ben pensato di fare un salto anche al market del centro dell’isola, per fare la spesa. Il tutto senza nemmeno una mascherina.

Incredulo il sindaco di Lampedusa Totò Martello che ha dichiarato a IlGiornale.it : “I due giovani sono stati regolarmente presi e portati all’interno del centro d’accoglienza. Per legge loro non potrebbero uscire, infatti sono stati subito segnalati sia alla Prefettura che al ministero dell’Interno”. Il primo cittadino ha poi aggiunto: “Io non ho mai capito come riescono ad uscire. All’interno del centro sono presenti trenta poliziotti. Io mi pongo la stessa domanda. Come fanno non lo so. Secondo me ci sarà qualcuno che non fa il proprio dovere”.

Intanto, sono oltre 900 i votanti al referendum che è stato istituito a Lampedusa dal locale Comitato spontaneo per la chiusura dell’hotspot e per dire basta agli sbarchi di migranti. Una situazione molto delicata, con la popolazione locale preoccupata per gli aspetti sanitari che potrebbero complicarsi. Una economia dell’isola in ginocchio. Un momento drammatico anche per i pescatori di Lampedusa.

Al problema delle imbarcazioni dei migranti affondate nel mare che danneggiano reti e attrezzature si è infatti aggiunto il blocco del commercio dovuto all’emergenza coronavirus, iniziato a marzo e che ancora fa sentire i suoi pesanti effetti. Ma come se non bastasse c’è un terzo fattore, lo sconfinamento nelle acque territoriali da parte di pescherecci nordafricani, che dovrebbero fermarsi alle 12 miglia dalle coste ma che si spingono fino a quasi sette miglia, impedendo di fatto alle marinerie di arrivare in acque ‘italiane’ che oltretutto sono particolarmente pescose.

A questo proposito Martello ha scritto al ministro dei Trasporti Paola De Micheli ed al ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Si tratta di una questione delicata che investe direttamente il governo italiano – aggiunge Martello – è il momento di affrontare a 360 gradi i diversi aspetti che incidono sulle condizioni in cui lavorano le nostre marinerie che attraversano una crisi senza precedenti, chiedono un giusto ristoro per i danni subiti dalle imbarcazioni dei migranti affondate nei fondali, ed il diritto di pescare liberamente nelle proprie acque territoriali. Fino ad oggi solo grazie al senso di responsabilità dei nostri pescatori si è evitato il peggio – conclude Martello – ma è indispensabile una ferma presa di posizione da parte delle istituzioni nazionali e comunitarie per permettere alla marineria di Lampedusa e Linosa di lavorare in sicurezza”.

 

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