Migranti, Trenta si smarca da Salvini: “I muri non servono a nulla”

Al festival degli avversari dei “muri” si iscrive anche Elisabetta Trenta.

Il ministro grillino della Difesa, così come Di Battista e Fico, ha una visione un po’ distante da quella del collega Salvini sul tema migranti.

“Il fenomeno migratorio va affrontato in modo strategico e non in maniera contingente – ha detto oggi il ministro al convegno ‘Un ponte tra i parlamentari dell’area mediterranea. L’esempio dell’iniziativa 5 + 5 Difesa’ alla Camera – I muri non servono a nulla perché durano ben poco”. Anche in passato Trenta si era scostata dal leghista, definendo “bella” la parola accoglienza e provocando le ire del Carroccio.

A dir la verità, nei giorni scorsi la Trenta aveva difeso la scelta “collegiale” del governo di bloccare in mare la nave Diciotti, quella che adesso potrebbe costare a Salvini un processo per sequestro aggravato di persona. “Non c’è stata una riunione tutti assieme attorno a un tavolo, ma ci siamo sentiti al telefono o con sms e se fossi stata contraria avrei detto ‘No’ – spiegava il ministro – Quella fermezza era necessaria per far cambiare le cose in Europa, perché il nostro problema non sono i migranti ma l’Europa”.

Eppure la sua linea sembra un po’ distante da quella della totale fermezza avanzata da Salvini. “Dobbiamo pensare – ha detto oggi la Trenta – che tipo di futuro abbiamo davanti. Per questo è necessario elaborare una soluzione complessiva, politica, per quanto riguarda il fenomeno migratorio, rafforzando la collaborazione tra gli Stati al fine di incrementare la nostra capacità di conoscere quanto sta accadendo, di comprendere la complessità della minaccia e di elaborare delle tempestive risposte”. Al di là della lotta al terrorismo (“Non si devono associare i terroristi con i migranti e dobbiamo occuparcene come problemi distinti”, diceva), secondo la Trenta “non possiamo restare inerti se vediamo morire degli esseri umani in fuga”. Il motivo? “Il fenomeno migratorio non rappresenta una crisi temporanea perchè è riconducibile a diversi fattori, che sono strutturali, quali per esempio il cambiamento climatico o le marcate differenze economico-sociali tra i Paesi o i conflitti”.