Migranti forzano la zona rossa: sassaiola choc sugli agenti

 

Una sassaiola dietro l’altra. La prima sabato sera, l’ennesima questa mattina. I migranti accampati nella tendopoli di San Ferdinando, in Calabria, dopo la pausa di quasi un giorno sono tornati a prendere di mira le forze dell’ordine ferendo a colpi di massi due uomini della Scientifica impiegati sul posto.

Le immagini, che ilGiornale.it pubblica in esclusiva, mostrano il piazzale antistante la tendopoli interamente ricoperto di grosse pietre. Sono quelle gettate dai circa 30 migranti chiusi all’interno della “zona rossa” contro le forze di polizia schierate all’esterno. Un video (guarda qui) riprende uno straniero armarsi da terra e scagliare con forza il masso verso poliziotti e carabinieri.

La tensione si taglia col coltello. All’interno della tendopoli sono rimaste una trentina di persone, da qualche giorno rinchiuse in una “zona rossa” dichiarata per evitare che il contagio da coronavirus si espanda altrove. Almeno 14 dei migranti ospiti del campo, infatti, sono risultati positivi al tampone, mentre gli altri si sono rifiutati di sottoporsi al test. Il divieto di movimento ha scatenato una vera e propria rivolta. Sabato sera (guarda) il primo lancio di pietre. Poi stamattina l’azione ancora più grave che ha portato al ferimento di due agenti della Scientifica. “Uno è stato colpito al petto da un masso, mentre un altro, raggiunto da una pietra scheggiata, ha riportato un taglio al piede”, dice al Giornale.it Valter Mazzetti, segretario generale dell’Fsp. I migranti hanno cercato di forzare la zona rossa, disposta dalla Regione, nella speranza di poter andare a lavorare nei campi. Abbattute inferriate e cancelli, distrutte le tende e il sistema di misurazione della temperatura. La situazione ora sembra tornata alla calma, ma la polizia e i carabinieri sono sul chi va là.

“Abbiamo notato che situazioni drammatiche come quella di San Ferdinando non fanno notizia più di tanto – continua Mazzetti – né la fanno gli appartenenti alle forze dell’ordine mandati a farsi aggredire o a farsi contagiare in questi contesti che sono bombe a livello di rischio sanitario oltre che di ordine e sicurezza”. I sindacati chiedono che si trovi un modo per intervenire, senza “scaricare tutto sugli operatori di polizia a costo di ogni conseguenza”. Come quella di infettarsi o di ritrovarsi bersaglio di una sassaiola. “Non abbiamo più parole per commentare lo sfacelo assoluto che la totale incapacità’ politica in tema di gestione dell’immigrazione sta causando in questo momento di emergenza sanitaria – conclude Mazzetti – Esprimo la mia solidarietà’ ai colleghi che puntualmente subiscono sulla propria pelle gli effetti nefasti di una finta accoglienza”.

 

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