Meloni sotto accusa per il referendum: “Commette un reato”, l’attacco dell’avvocato Ligotti

L’avvocato Luigi Ligotti, già noto per aver presentato una denuncia per favoreggiamento e peculato contro la premier Giorgia Meloni, torna a far parlare di sé con nuove accuse rivolte alla leader di Fratelli d’Italia. Questa volta, il focus è sul comportamento annunciato da Meloni in vista del prossimo referendum, che ha sollevato polemiche e tensioni politiche.

Il caso Almasri e le precedenti contestazioni

Ligotti era balzato agli onori della cronaca per aver promosso un avviso di garanzia nei confronti di Meloni, dei ministri Nordio e Piantedosi, e del sottosegretario Mantovano, ipotizzando responsabilità nel caso Almasri. Ora, nel corso dell’ultima puntata di Piazza Pulita su La7, l’avvocato ha rilanciato le sue accuse, concentrandosi sul gesto che Meloni avrebbe annunciato di compiere al seggio elettorale.

Il discorso giuridico di Ligotti

Rispondendo alle domande del conduttore Corrado Formigli, Ligotti ha spiegato che l’azione prevista dalla premier — recarsi al seggio senza ritirare le schede — potrebbe configurare un reato. “Domani sera a mezzanotte scatta il silenzio elettorale, quindi ogni manifestazione di propaganda è vietata”, ha affermato l’avvocato. “Se Meloni annuncia di andare al seggio e di fare il gran rifiuto delle schede, sa benissimo che sarà seguita dalle telecamere.”

L’accusa di propaganda elettorale

Secondo Ligotti, il gesto di Meloni rappresenterebbe un vero e proprio invito all’astensione, veicolato attraverso un messaggio mediatico. “Diventa un messaggio per gli elettori. E la propaganda elettorale, quando c’è il silenzio, è un reato”, ha sottolineato. La sua tesi è chiara: “Se a farlo fosse il presidente del Consiglio, sarebbe un reato.”

Reazioni e clima politico

Le parole dell’avvocato hanno riacceso le tensioni a pochi giorni dal voto, alimentando il dibattito tra maggioranza e opposizione. La premier Meloni, finora, non ha commentato direttamente le nuove accuse, ma il clima si fa sempre più incandescente. La polemica si inserisce in un contesto di scontro tra politica e giustizia, con il rischio di strumentalizzazioni che potrebbero influenzare l’orientamento degli elettori.

Un’ulteriore scintilla in un clima già teso

Mentre si avvicina il giorno del voto, le tensioni tra le forze politiche si acuiscono, e le accuse di Ligotti rappresentano un ulteriore capitolo di una campagna elettorale che si preannuncia infuocata. Resta da vedere se le autorità giudiziarie decideranno di intervenire o se la vicenda si concluderà con un semplice dibattito pubblico.