Meloni: «L’immigrato vuole aprire un’attività in Italia? Dia una cauzione» (video)

 

«Vogliamo combattere l’evasione fiscale? Bene! Cominciamo da multinazionali e banche, e anche dalla concorrenza sleale delle attività straniere che aprono e chiudono in continuazione per non pagare un euro di tasse». Giorgia Meloni pubblica sulla sua pagina Facebook un post che spiega come bloccare la concorrenza sleale degli immigrati. E allega il video del suo intervento a Non è l’Arena.

Giorgia Meloni a “Non è l’Arena”
«La proposta di Fratelli d’Italia è semplice – scrive – Gli extracomunitari che vogliono aprire una loro attività in Italia, devono versare 30mila euro a titolo di deposito cauzionale che saranno scalati dalle tasse dovute. Vediamo se così continueranno ad aprire attività straniere mentre gli italiani chiudono strozzati dalle tasse». Intervistata da Massimo Giletti, Meloni spiega: «Oggi ne hanno bloccati tre che scappavano con un milione e 200mila euro in tasca. Aprono e chiudono ma prima dei due anni, quando lo Stato comincia a fare i controlli. Spariscono e aprono un’altra azienda. Fanno tutto questo gioco di scatole. Per cui non vengono mai trovati ed evadono miliardi e miliardi».

I commenti del web
La pagina della leader di Fratelli d’Italia è stata inondata di commenti. Scrive Lino: «Vi racconto una storiella.
Pei Pei apre il proprio negozio di parrucchiera praticando prezzacci ai danni dei concorrenti italiani e avendo immediatamente una notevole clientela. Il fisco si accorge di lei (che non paga le tasse) solo dopo un paio d’anni. E quando si presenta a richiedere il dovuto scopre che Pei Pei non c’è più. Ora c’è un altro che ha rilevato l’attività dalla cugina che è tornata in patria. E della quale non c’è più traccia. E il giochino ricomincia così con infiniti parenti. Per anni. E tasse zero. E il locale è sempre lì».

«Nessuno mi ha regato niente»
E un altro aggiunge: «Brava Giorgia. Ho aperto da poco una piccola attività. Nessuno mi ha regalato niente, niente sconti niente agevolazioni. Tutto ho pagato e regolare. Permessi con attese lunghissime, richieste sofferte fino all’ultimo momento. Deve essere uguale per tutti! Italiani e non».