Martina Carbonaro, le sue compagne di scuola spiegano cosa succedeva con l’ex fidanzato
Una mattina apparentemente normale si è trasformata in una tragedia che ha sconvolto l’Istituto Alberghiero “Andrea Torrente” di Casoria. Martina Carbonaro, studentessa di soli 14 anni, è stata trovata senza vita nella sua abitazione, lasciando dietro di sé un dolore profondo e un’intera comunità scolastica sotto shock.
L’episodio si è consumato nel cuore di una giornata che, fino a poche ore prima, sembrava normale. Martina, una ragazza solare e determinata, aveva recentemente concluso una relazione sentimentale con il suo fidanzato, Alessio Tucci, 19 anni, ora sotto arresto con l’accusa di averla uccisa. La giovane aveva confidato alla sua insegnante di italiano, Michela Pascià, di essere stata vittima di gelosie e comportamenti possessivi da parte del ragazzo, che aveva anche scritto sui social messaggi inquietanti come: “Sei troppo bella, non voglio che ti vedano i ragazzi”.
Un’immagine rimasta impressa nella memoria della professoressa, quella di Martina che, durante una lezione, alzava lo sguardo vuoto e distante, nascondendo un dolore che ora si rivela insostenibile. Sul muro della sua classe, una scritta fatta a mano recitava: “Ti amo Alessio”, simbolo di un amore tormentato che si è trasformato in tragedia.
Il giorno successivo alla scoperta, l’intera scuola si è fermata in segno di lutto. Alle 11.30, un minuto di silenzio e un lungo applauso hanno attraversato i corridoi, mentre un murale con la scritta “Martina vive” è stato realizzato in sua memoria. Gli studenti hanno lasciato pensieri e messaggi di ricordo, tra cui parole di rabbia e dolore come: “Sei andata via ma il tuo ricordo vive ogni giorno dentro di noi” e “Non ti invito all’ultimo appuntamento e ti porto in un casolare. Sei sporco dentro”, testimonianze di un dolore condiviso e di un senso di impotenza.
Tra i compagni di classe, molti sono scossi dall’accaduto. Carlo, 17 anni, amico di Alessio e compagno di calcio di Martina, ha dichiarato: “Sembrava un bravo ragazzo. Quando ho scoperto che è stato lui, mi è venuto lo schifo”. La preside dell’istituto, Annamaria Orso, ha voluto lanciare un messaggio forte ai giovani: “Questo è un oggetto, non una persona. Non potete affidare le vostre emozioni ai social. Le emozioni vanno vissute con le persone, non sui social”.
Il dolore di chi ha conosciuto Martina si fa sentire anche tra gli insegnanti. Carla Caputo, insegnante di lettere, ha scritto su Facebook un ricordo struggente: “Scherzavamo sempre. ‘Professoressa mi chiamo Carbonaro, non Carbonara’. E dai Martina, a me piace la carbonara e tu sei bella e buona come un piatto di carbonara. Non l’accetto. Come docente mi sento tradita. Da una società che non sa proteggere le sue ragazze. Da un sistema che ancora oggi tollera e minimizza la violenza. Ogni volta che perdiamo una ragazza, perdiamo una parte del nostro futuro. È come se mi avessero strappato un pezzo dell’anima. Ciao Martina, riposa in pace”.
L’intera comunità si stringe intorno alla famiglia di Martina, chiedendo maggiore attenzione e tutela per i giovani, affinché tragedie come questa non si ripetano. La vicenda di Martina Carbonaro resta un doloroso monito sulla necessità di ascoltare e proteggere le giovani vite, spesso fragili e vulnerabili di fronte a sentimenti di gelosia e possessività.