Marjuana libera, Meloni contro Grillo: «Sei rimasto a 40 anni fa, aggiornati»

«Legalizzare la produzione e la vendita di marjuana: una priorità», firmato Beppe Grillo sul suo blog. Il comico genovese torna a “intossicare” il web riproponendo su Fb un intervento a favore della “canna libera” pubblicata sul suo blog qualche giorno fa. Per Grillo e i cinquestelle trattasi di priorità. Che dire? La risposta giunge poco dopo da Giorgia Meloni, che leggendo i motivi di questa urgenza che attende il Paese, commenta: «Dopo i matrimoni di gruppo e tra specie diverse, ora la legalizzazione della droga. Praticamente il M5S ci propone con 40 anni di ritardo il modello sociale che andava di moda nelle comuni degli anni ’70. #peaceandlove #flowerpower».

Argomenti vecchi
Già, argomenti vecchi come il cucco leggiamo scorrendo l’articolo del blog di Grillo. Argomenti portati in spegio di più recenti interventi di scienziati e studiosi: la marijuana non fa male come invece l’alcool e il tabacco. Anzi, scrive Grillo; lo fanno gli altri, scrive, citando l’Olanda, la Spagna, il Canada e diversi membri degli Stati Uniti d’America, a cui si è aggiunta, dal 1° gennaio 2019, anche la California. Poi, il cavallo di battaglia di sempre, ossia che «la possibilità di coltivare sul proprio balcone alcune piantine di marijuana ridurrebbe notevolmente il mercato illegale». Poi un elogio dei negozi di cannabis light: «Utilizzare la marjuana in vendita negli shop al posto di quella presente sul mercato illegale è molto più sicuro per la salute pubblica». Ecco, per tutti questi motivi ameni dice di avere depositato in Senato un disegno di legge per la legalizzazione della coltivazione, della lavorazione e della vendita della cannabis e dei suoi derivati. La proposta prevede la possibilità di coltivare fino a 3 piante femmine in casa propria o in forma associata – per un massimo di 30 soci – e di detenere fino a 15 grammi di sostanza presso il proprio domicilio e 5 grammi fuori».

Grillo si fa beffa degli studi recenti
Ma gli scienziati non hanno dubbi: uno studio pubblicato sulla rivista Journal of Neuroscience dai ricercatori dell’Università del Vermont, negli Usa demolisce scientificamente chi si ostina a dividere droghe leggere e droghe pesanti e certifica il potere devastante di qualsiasi sostanza stupefacente. Un risultato accreditato da altri ricercatori che hanno analizzato i dati relativi all’anomalo sviluppo cerebrale degli adolescenti che hanno fatto uso di droghe cosiddette leggere; giovani esaminati tra Gran Bretagna, Irlanda, Francia e Germania nell’ambito del progetto europeo Imagen. Di tutti costoro a Grillo non importa un fico secco. Sì, proprio così: «Sei vecchio, sei rimasto a 40 anni fa».

 

Fonte: http://www.secoloditalia.it/