Lutto nel cinema e nella tv italiana, morto il famoso attore: “Stava male da tempo…”

Lutto nel mondo del cinemamorto il famoso attore: era malato. L’artista, famoso in tutto il globo, aveva all’attivo più di 200 film tra film e serie tv. La tragica notizia arriva dall’Italia, precisamente da Roma, dove il famoso interprete viveva da tempo. Una vita, la sua, che sembra scritta da uno sceneggiatore.

Nato a Parigi il 15 ottobre 1930, erede di una famiglia aristocratica con sei generazioni di soldati e ambasciatori alle spalle, decise però di disprezzare il titolo di marchese. Frequenta una scuola di gesuiti e a soli 17 anni si imbarca come mozzo su una nave per l’America, come un personaggio di Joseph Conrad. In realtà, una volta tornato in patria, finì nella Legione straniera francese e andò a combattere in Indocina e in Algeria.

Lutto nel mondo del cinema, morto il famoso attore: era malato

Tornò da lì con il grado di capitano e le medaglie sul petto (due Legioni d’Onore e una Croce al Valor Militare), ma ben presto si rese conto che era meglio trovare un lavoro, fosse anche nel circo (lavorava con i cavalli), o come pilota di bob o navigatore su barche d’altura. Parliamo di Philippe Leroy, morto a Roma a 93 anni. L’uomo era malato. Si approcciò al cinema grazie ad un parente, per scherzo, poi la fama mondiale.

Con lui se ne va una leggenda, l’attore de “Il buco” di Jacques Becker (1960) fino agli ultimi successi come il vescovo nella serie “Don Matteo” di Terence Hill, fino al suo ultimo saluto sul grande schermo con “La notte è breve per noi” di Francesco Lazotti nel 2019. Lavorò con Godard, Comencini, Luigi Magni, Jacques Deray, Dario Argento, Luc Besson.

Lavorò con loro pur avendo interpretato ruoli di primo piano come sacerdoti (Ignazio di Loyola in ‘State buoni se potete’), ufficiali (‘R.A.S.’ di Yves Boisset), ex-nazisti (‘Il portiere di notte’ di Liliana Cavani), è stata proprio la TV a offrirgli i ruoli migliori. È giusto ricordarlo almeno in “Quo vadis?”, “Il generale”, “Elisa di Rivombrosa”, “L’ispettore Coliandro” e persino “I Cesaroni”.