L’ultimo tradimento del M5S, pronti a perdonare i grillini che non restituiscono i soldi per salvare Conte

 

Di Luca Sablone – Ormai il Movimento 5 Stelle ha paura di tutto: quotidianamente è travolto da tematiche che preoccupano e non poco l’intero mondo pentastellato. Il timore principale riguarda la possibile caduta del governo giallorosso. Motivazione per cui i vertici grillini sarebbero pronti a chiudere un occhio nei confronti di coloro che non sono in regola con le restituzioni, abbandonando così una delle storiche battaglie per cui hanno ottenuto voti: stando a quanto appreso e riportato dall’Huffington Post, si starebbe studiando una serie di strategie per concedere ulteriore tempo agli eletti per mettersi in ordine con i pagamenti previsti dal regolamento (pagamenti all’associazione Rousseau e restituzione della diaria non spesa).

C’è ancora qualche giorno di tempo: la scadenza per pagare i debiti è a fine giugno. Ma intanto si continuano a osservare in maniera oculata le tabelle, i dati e i profili di ogni singolo deputato e senatore. Al vaglio anche la possibilità di modificare alcune regole. Il tutto perché c’è la tanto temuta ombra del Mes: il voto sul fondo salva-Stati è fissato per la metà di luglio, con il M5S che non ha ancora scelto una direzione ben precisa e perciò rischia di dividersi nuovamente (e, forse, definitivamente).

Il governo trema
I probiviri stanno valutando ogni caso con l’intento di salvarne il più possibile. Entro il 30 aprile bisognava regolarizzare la propria posizione fino al mese di dicembre 2019, mentre entro il 30 giugno i parlamentari dovranno provvedere a rendicontare le mensilità fino ad aprile 2020: queste le due date chiave poste dal capo politico Vito Crimi. Tuttavia risulta che sono molti i 5S che non hanno ancora messo mano al proprio portafogli. Dal sito Tirendiconto.it emerge che Marinella Pacifico non verserebbe da giugno 2019: un circostanza che le potrebbe costare l’espulsione. Invece si potrebbe perdonare chi non rendiconta da meno tempo.

Inevitabilmente potrebbe scattare una forte protesta da parte dei grillini che regolarmente versano la loro quota di indennità: i malumori potrebbero trasformarsi in vere e proprie spaccature. Anche perché il Movimento si prepara a fare i conti con altri 3 addii: i soggetti ritenuti “a rischio” sarebbero Mattia Crucioli, Tiziana Drago e Marinella Pacifico. Una situazione davvero delicata, soprattutto dopo il passaggio di Alessandra Riccardi alla Lega. E il voto sul Meccanismo europeo di stabilità continua a far paura. Nel frattempo una fonte di primo livello si sfoga a chiare lettere: “Non possiamo in ogni votazione mandare messaggi per tutta la notte implorando i senatori di andare a votare in Aula. Non possiamo“.

In Senato il quadro è preoccupante per l’intero esecutivo. “Siamo ben superiori alla maggioranza di 160, siamo quasi a 170, c’è una maggioranza stabile“, ha assicurato Crimi. In realtà le circostanze sono diverse: la maggioranza assoluta è di 161 voti, mentre la somma dei gruppi parlamentari che sostengono il governo porta a 160. I restanti voti si riferiscono a senatori a vita e a coloro che sono stati espulsi dal gruppo pentastellato, che rappresentano posizioni del tutto ballerine.

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