Lo ha voluto Papa Francesco, il dettaglio che non è sfuggito ai fedeli

Il Conclave del 2025 si è concluso l’8 maggio con l’elezione del cardinale statunitense Robert Francis Prevost come nuovo Papa, che ha scelto il nome di Leone XIV. È il primo pontefice originario degli Stati Uniti e il primo appartenente all’Ordine di Sant’Agostino a salire al soglio pontificio.

La sua elezione è avvenuta al quarto scrutinio, nel secondo giorno di votazioni, ed è stata annunciata dal cardinale protodiacono Dominique Mamberti con il tradizionale “Habemus Papam” dal balcone della Basilica di San Pietro. N

Nel 2023 è stato nominato prefetto del Dicastero per i Vescovi da Papa Francesco, che lo ha anche creato cardinale nello stesso anno. La sua esperienza lo ha reso una figura di riferimento per la continuità delle riforme avviate dal suo predecessore. La scelta del nome Leone XIV richiama la tradizione di papi come Leone I e Leone XIII, noti per il loro impegno nel rafforzare la dottrina e la giustizia sociale.

Nel suo primo discorso, Leone XIV ha espresso gratitudine per l’eredità di Papa Francesco e ha rivolto un messaggio di pace e inclusione, sottolineando l’importanza di una Chiesa vicina ai poveri e agli emarginati. La sua elezione rappresenta un momento storico per la Chiesa cattolica, segnando un ulteriore passo verso l’internazionalizzazione del papato.

Leone XIV è considerato una figura moderata, capace di dialogare con diverse sensibilità all’interno della Chiesa. In queste ore è emersa una clamorosa indiscrezione: nell’elezione di questo Papa ci sarebbe lo zampino di Papa Francesco. Per quale motivo?

L’elezione di Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, ha colto molti di sorpresa, ma osservando attentamente il suo cammino ecclesiale, appare come una scelta perfettamente coerente con il solco tracciato da Papa Francesco. Agostiniano di origini statunitensi, Prevost ha trascorso vent’anni come missionario in Perù, lavorando nelle periferie e lontano dalle logiche curiali.

Questo background ha consolidato in lui uno stile pastorale semplice, radicato nel Vangelo e profondamente orientato verso i poveri, tratti distintivi anche del pontificato di Francesco. La sua nomina a prefetto del Dicastero per i Vescovi nel 2023 fu un segnale preciso: Francesco stava puntando su di lui, affidandogli il compito delicato di guidare le nomine episcopali e plasmare il futuro della Chiesa.

Il suo profilo basso, lontano dalla visibilità mediatica, ha favorito un percorso di preparazione silenziosa, ma costante, che oggi si manifesta nella scelta del conclave. Non una candidatura costruita a tavolino, ma il frutto di una fiducia maturata nel tempo, dentro e fuori le mura vaticane.

Leone XIV è dunque, idealmente, il “figlio spirituale” di Papa Francesco, destinato a portarne avanti l’opera di riforma e il messaggio di inclusione e misericordia. Con la sua elezione, la Chiesa cattolica sceglie ancora una volta di rivolgersi al mondo con un volto umano, vicino agli ultimi, dialogante e poco incline alle forme di potere. La sua attenzione alle sfide sociali e ambientali è in linea con l’enciclica Laudato si’ e con l’intera visione bergogliana.

Nonostante non ci siano prove scritte, in molti ambienti vaticani si mormora che Francesco abbia favorito con discrezione questa elezione. Prevost, infatti, rappresenta non solo una scelta pastorale, ma anche un segnale forte di continuità e fiducia nel cammino aperto dal predecessore.

This website uses cookies. By continuing to use this site, you accept our use of cookies.  Per saperne di più