L’infatuazione per Chiara Poggi, la lite, la bici e gli sms sospetti. Cosa ha scoperto la Procura?
Da molto tempo ormai, una vicenda rimasta sospesa nell’ombra continua a suscitare curiosità, riflessioni e una profonda voglia di conoscere la verità che sembra sfuggire a ogni ricostruzione finora proposta.
Un intreccio di eventi, persone, rapporti e segreti che, nel corso degli anni, ha alimentato discussioni, teorie e ipotesi mai del tutto chiarite, lasciando dietro di sé un alone di mistero difficile da dissipare. Il tempo trascorso non ha scalfito l’interesse di chi segue con attenzione ogni minimo sviluppo, e la recente ripresa delle indagini ha riacceso un fuoco che sembrava ormai quasi spento, portando alla luce nuovi elementi che invitano a rivedere con occhi diversi ciò che si credeva di sapere.
La complessità della situazione non risiede solo negli avvenimenti, ma anche nelle dinamiche umane che li circondano: rapporti intrecciati, sentimenti mai dichiarati apertamente, silenzi che pesano come macigni e testimonianze che si contraddicono, creando un mosaico difficile da ricomporre senza lasciare spazio al dubbio. La riscoperta di indizi finora poco considerati, unita a una minuziosa rivalutazione delle prove, suggerisce che il racconto ufficiale possa non essere l’unico possibile, aprendo scenari nuovi e inattesi.
Ciò che fino a poco tempo fa sembrava definitivo e cristallino, ora appare invece fluido e ricco di sfaccettature, pronte a cambiare la percezione stessa degli eventi. Nel mezzo di questo quadro si collocano persone coinvolte in modi diversi, alcune delle quali mai al centro della scena fino a oggi, e che ora vengono guardate con attenzione rinnovata. Le relazioni personali, i contatti telefonici, i movimenti nelle ore cruciali si intrecciano in una trama intricata, nella quale ogni dettaglio assume un peso rilevante e può ribaltare certezze acquisite.
La storia, insomma, è ben lungi dall’essere conclusa e richiede di essere esplorata con occhi nuovi, senza pregiudizi, per comprendere fino in fondo ciò che è davvero accaduto. Se desideri immergerti in questo racconto dai molteplici livelli e scoprire quali novità stanno emergendo dalle nuove indagini, ti invito a voltare pagina e leggere la trattazione completa, dove ogni tassello viene analizzato nel dettaglio per svelare il mistero che ancora avvolge questa vicenda.
La Procura di Pavia ha deciso di riaprire ufficialmente il caso sulla scomparsa di Chiara Poggi, a distanza di quasi 18 anni dalla sua inquietante scomparsa, mettendo al centro delle nuove indagini Andrea Sempio, amico del fratello Marco e oggi indagato in concorso. Il 20 maggio 2025 è il giorno chiave: Sempio verrà interrogato insieme ad Alberto Stasi, ex fidanzato della malcapitata e già condannato in via definitiva a 16 anni, e a Marco Poggi, ascoltato nuovamente a Venezia. Il fulcro dell’attenzione degli inquirenti sono i rapporti tra Sempio e Chiara, un possibile sentimento mai dichiarato, una discussa lite pregressa, alcune telefonate sospette e la presenza del suo DNA sotto le unghie della ragazza.
Secondo la Procura, il profilo genetico di Sempio rilevato sul corpo di Chiara potrebbe essere incompatibile con una semplice contaminazione ambientale. La giustificazione iniziale — un possibile contatto indiretto attraverso la tastiera del computer di casa Poggi — non è più ritenuta soddisfacente. Per questo, i pubblici ministeri Stefano Civardi, Valentina De Stefano e Giuliana Rizza ritengono che il giovane, oggi 37enne, fosse fisicamente presente nella villetta di via Pascoli al momento dell’evento. Le indagini si sono intensificate negli ultimi giorni: sono state disposte perquisizioni a casa di Sempio e dei suoi genitori, nonché ricerche mirate nel canale di Tromello alla caccia dell’ipotetica strumento del delitto, mai ritrovata.
Il nuovo scenario investigativo si regge anche su alcune discrepanze emerse nei racconti dell’indagato e sulle sue connessioni con l’abitazione dei Poggi, in particolare nei giorni precedenti al delitto. Tra i punti controversi, vi è l’alibi fornito da Sempio un anno dopo il delitto: uno scontrino che attesterebbe il pagamento di un parcheggio a Vigevano alle 10.18 del 13 agosto 2007. Tuttavia, il dato non è ritenuto pienamente affidabile, in quanto non fu mai presentato spontaneamente durante i primi interrogatori. Inoltre, l’analisi delle celle telefoniche attivate dal cellulare di Sempio mostra che la mattina del delitto il giovane si trovava verosimilmente a Garlasco, contrariamente a quanto sostenuto inizialmente. Anche gli sms scambiati con gli amici Mattia Capra e Roberto Freddi, proprio nelle ore del delitto, alimentano i dubbi. Dalle 9.58 alle 12.18 di quel 13 agosto, Sempio intrattenne sei contatti telefonici, e la prima chiamata risultava agganciata alla cella di Garlasco. La distanza da casa sua al parcheggio di Vigevano (16 chilometri) è teoricamente compatibile con un trasferimento in bicicletta o in auto in 15-20 minuti, ma resta il sospetto che quella tempistica sia stata costruita a posteriori.
Il legame con Chiara Poggi è stato sempre descritto come inesistente dallo stesso Sempio e anche da Stasi, che ha dichiarato in TV di non conoscerlo affatto. Ma le indagini rilevano almeno un contatto telefonico tra Sempio e Chiara l’8 agosto 2007, pochi giorni prima del delitto. Una telefonata breve, 21 secondi, in cui lui dice di averla riconosciuta solo nella seconda chiamata, mentre cercava Marco. In una vicenda che ha visto nel tempo sfumare numerose piste — compresa quella “satanica” che agitò le cronache dell’epoca — il nuovo filone investigativo tenta di rimettere ordine nei tanti tasselli irrisolti.
La scena del delitto, analizzata nuovamente, suggerisce una dinamica turpe e fulminea: Chiara, in pigiama, apre a qualcuno che conosce, viene colpita nei pressi dell’ingresso, trascinata, posata accanto allo stipite e infine spinta giù per le scale. Nessun segno di effrazione, nessuna traccia di condotta sessuale non consensuale, manca solo un martello. Il delitto avviene poco dopo le 9 del mattino. Se la Suprema Corte ha parlato di un solo esecutore, ora la Procura pavese torna a ipotizzare anche la presenza di un complice — un “Ignoto 1” — sulla base di una seconda traccia genetica rinvenuta sulla scena e mai identificata. I magistrati non escludono che Sempio abbia agito da solo oppure in concorso con un soggetto ancora da identificare.
Il fratello di Chiara, Marco Poggi, viene riascoltato per chiarire chi fosse a conoscenza della vacanza in Trentino dei genitori e della conseguente solitudine della sorella. Questo dettaglio potrebbe essere cruciale per dimostrare la premeditazione del delitto. L’assenza di rapporti diretti tra Chiara e Sempio, evidenziata anche dall’analisi del traffico telefonico, è oggi messa in discussione dal sospetto che tra i due ci fosse un legame tenuto nascosto, oppure mai confessato. L’inchiesta, già segnata in passato da tensioni interne e contrasti tra magistrati, si trova ora davanti a un bivio: o confermare definitivamente la colpevolezza esclusiva di Stasi, oppure riaprire scenari che potrebbero stravolgere l’impianto processuale fin qui consolidato. La giornata di oggi promette di essere decisiva per il futuro del caso Garlasco.