L’AMANTE DI ALESSANDRO IMPAGNATIELLO: IL TERRIBILE SOSPETTO DELLA RAGAZZA

Man mano che passano le ore, sempre più dettagli agghiaccianti rendono il femminicidio di Giulia Tramontano un vero e proprio enigma, Parliamo, senza ombra di dubbio, di uno dei casi che più ha sconvolto l’opinione pubblica.

Il reo-confesso Alessandro Impagnatiello è nel carcere di San Vittore. Il barman 30enne è crollato, il 31 maggio, in tarda serata, confessando di aver tolto lui la vita alla 29enne napoletana, incinta al settimo mese di un maschietto, Thiago.

Mentre lui deve rispondere di accuse pesantissime, omicidio volontario aggravato, occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza senza consenso, difeso dal legale Sebastiano Sartori del foro di Monza, c’è una terza persona grazie alla quale è stato possibile smascherare Alessandro.

Parliamo dell’amante, la 23enne italo- inglese, sua collega di lavoro, che aveva incontrato Giulia intorno alle 17 di pomeriggio di sabato 27 maggio. Poco dopo, Giulia, rientrata a casa, sarebbe stata accoltellata dal compagno.

Man mano che passano le ore, gli investigatori hanno il sospetto che Alessandro Impagnatiello, probabilmente, volesse colpire anche l’amante, la 23enne italo-inglese coinvolta in questa storia che ha già due vittime: Giulia e il piccolo che portava in grembo, Thiago. Sappiamo tutti, ormai, che con lei, sua collega di lavoro, il barman 30enne aveva intrapreso da un anno, una storia parallela  Peraltro, la ragazza era rimasta incinta, decidendo assieme ad Impagnatiello, di interrompere la gravidanza in quanto non si sentiva pronta a diventare madre.

E’ da lei che il 30enne è corso, alle 00.19 di sabato, dopo aver tolto la vita alla compagna Giulia, per poi tentare di bruciare il suo corpo senza vita. L’amante è diventata una sorta di investigatore dopo la scomparsa di Giulia, contattando anche la sorella della 29enne, Chiara Tramontano.  Ricordiamo che proprio all’amante, Impagnatiello aveva mandato un messaggio, dicendole che era un uomo libero, che il bimbo che Giulia portava in grembo non era suo e chiedendole di vedersi. La barista, preoccupata, soprattutTo a seguito dell’incontro chiarificatore con Giulia, avvenuto nel pomeriggio del sabato e protrattosi per meno di due ore, ha provato a contattare Giulia che però non ha risposto e quindi ha deciso di non incontrare il 30enne faccia a faccia, proponendogli, però, di parlare dalla finestra, forse nutrendo qualche sospetto.

Una precauzione che forse ha salvato la vita alla 23enne che, sapendo tutto, poteva essere considerata una minaccia per Impagnatiello, il quale, forse, voleva eliminare anche lei. Queste le parole della ragazza, messe a verbale: «Quella sera ho ricevuto vari messaggi e numerose chiamate alle quali non rispondevo, insisteva nel volermi vedere. Poi alle due, nel rincasare, ho notato sotto casa la sua presenza: ha continuato ad inviarmi sms su chat e chiamate con l’intento di volermi parlare per almeno 5 minuti».

 

Il racconto dell’amante, messo a verbale, prosegue così: : «Data la sua insistenza, io comunque rincasavo e non volendoci parlare in presenza faccia a faccia, gli parlavo dalla finestra del ballatoio, e lui mi diceva di avermi aspettato da più di un’ora e che Giulia è una persona bipolare e che il figlio che lei aspetta non è il suo. All’ennesima dimostrazione della sua falsità gli dicevo di non credere a ciò che mi stava dicendo invitandolo ad andarsene».

Impagnatiello si è allontanato dall’abitazione della 23enne solo alle 2.30 di notte. Per il pm Alessia Menegazzo e l’aggiunto Letizia Mannella, Impagnatiello deve andare in carcere perché «c’è il concreto pericolo che reiteri il reato» proprio nei confronti della 23enne: «Prova ne è il grave timore dell’amante che, conoscendolo e temendo di subire la medesima sorte di Giulia, non gli ha aperto la porta e ha parlato con lui soltanto dal balcone».