La santificazione di Conte: da “burattino” a idolo dei media

Il governo giallorosso sembra aver giovato anche al premier Giuseppe Conte che, non solo ha mantenuto la sua poltrona, ma anche in termini di immagine personale.

Da “burattino di Salvini e Di Maio”, come lo definì l’eurodeputato liberale Guy Verhofstadt, Conte, soprattutto dopo il suo j’accuse a Matteo Salvini a Palazzo Madama, pare aver assunto il ruolo di grande statista. Basta vedere cosa scrivono le due principali firme de Il Foglio, il fondatore Giuliano Ferrara e il direttore Claudio Cersasa. Il primo, ricorda Daniele Capezzone su La Verità, twitta: “Conte, sempre Conte, supremamente Conte” e sul suo quotidiano lo loda per aver evitato “lo sforamento baldorioso del deficit” e “un paio di procedure d’ infrazione contro l’Italia”. Ferrara, poi, aveva gioito nel sentirlo parlare al Senato: “Se l’ è cucinato a puntino, mettendo il limone nel posto giusto nella sublime porchetta”, scrisse. Cerasa, invece, ha giudicato positivamente la svolta giallorossa dell’ “Avvocato del popolo” che servirà come”laboratorio europeo dell’ antisovranismo”.

Conte è stato premiato anche dalle pagelle Corriere della Sera con un bel 7:”Lascia al palo Di Maio e Salvini che hanno creduto di poterlo manipolare. Per riuscire non è detto che sia indispensabile non avere macchie di sugo sulla cravatta e non masticare con la bocca aperta, però aiuta”, è la motivazione. Marco Galluzzo apprezza il suo “stile fatto di vari ingredienti: pazienza e spirito di sacrificio, competenza e autonomia” e “uno standing conquistato sul campo anche sui tanti complicati tavoli internazionali”. Andrea Malaguti su La Stampa va ben oltre: “Impossibile odiarlo, più facile sottovalutarlo. Grave errore, perché l’ avvocato del popolo difficilmente si fa distrarre dagli obiettivi, e quasi mai li manca”. E ancora: “Abile, furbo, educato, innamorato del figlio e mai divisivo, è riuscito a costruirsi un universo di relazioni straordinariamente largo che riesce a coltivare e a non ostentare”. Per Francesco Merlo di Repubblica, Conte è “il quasi premier che ha castigato gli spacconi” con la sua “aria tranquilla, serena, conversativa, amabile e indulgente”.