La profezia su Giorgia Meloni: “Cosa succederà nel 2029”

Una previsione politica destinata a far discutere quella pronunciata da Matteo Renzi durante la Festa dell’Ottimismo organizzata da Il Foglio a Palazzo Vecchio. Dal palco, l’ex premier ha immaginato un futuro sorprendente per Giorgia Meloni, lasciando trapelare un’ipotesi che, seppur provocatoria, testimonia il riconoscimento della solidità politica della leader di Fratelli d’Italia.

“Meloni vincerà di nuovo e poi salirà al Colle” — queste le parole di Renzi, che ha tracciato un percorso inedito per la premier, paragonandolo a quello di Silvio Berlusconi, ma con un epilogo diverso: il successo e il approdo al Quirinale nel 2029. Un’analisi che ha sorpreso pubblico e osservatori, non solo per il tono profetico, ma anche per il contenuto, che sembra riconoscere la forza e il consenso crescente di Meloni nel panorama politico italiano.

L’ex leader di Italia Viva ha spiegato: «Penso che nel 2027 Meloni vincerà di nuovo e nel 2029 andrà al Quirinale». Una previsione che, sebbene possa sembrare un’ipotesi da analisi politica, si configura come un riconoscimento implicito della capacità della leader di Fratelli d’Italia di mantenere e consolidare il suo potere nel tempo.

Critiche alla legge elettorale e battaglia politica

Dopo questa previsione, Renzi non ha risparmiato critiche alla riforma della legge elettorale approvata dal governo, giudicandola una misura “a uso e consumo della destra”. Secondo l’ex premier, il nuovo sistema rischia di compromettere la rappresentanza democratica, favorendo un modello eccessivamente maggioritario e riducendo lo spazio al pluralismo politico.

«È una riforma che alimenta una deriva pericolosa», ha affermato, sottolineando come questa penalizzi il centro e le sfumature della politica italiana. Una critica diretta al governo, ma anche un modo per rilanciare la battaglia di Italia Viva contro un sistema che, a suo avviso, rischia di indebolire la rappresentanza democratica.

La difesa del Pd e il commento su Francesca Albanese

Nel corso del suo intervento, Renzi ha anche preso le distanze dalle polemiche che hanno coinvolto il Partito Democratico, difendendo la figura di Francesca Albanese, relatrice ONU per i Territori palestinesi occupati. Pur definendo “incredibile” l’entusiasmo mediatico attorno alla sua figura, ha sottolineato: «È scorretto sovrapporre la faccia di Albanese a quella del Pd». Un giudizio netto, ma che ha evitato di entrare nel merito delle polemiche più accese, come quelle legate alle posizioni di Elly Schlein o alle critiche su Liliana Segre.

L’ironia su Calenda e il tono caustico

Non sono mancati riferimenti ironici all’ex alleato e rivale Carlo Calenda. Con il suo stile caustico, Renzi ha commentato: «A me Calenda sta drammaticamente simpatico», per poi citare Samuele Bersani e definirlo “lo scrutatore non votante”. Un affondo elegante ma velenoso, che ha evidenziato la distanza tra i due leader e la loro visione politica, con Renzi che ha accusato Calenda di predicare la fine del bipolarismo senza mai candidarsi realmente.

Strategia e provocazione: il ruolo di Renzi nel panorama politico

Dietro questa “profezia” su Meloni, si cela probabilmente una strategia comunicativa: Renzi si presenta come un osservatore lucido e disincantato, capace di riconoscere i meriti dell’avversario pur mantenendo un tono critico. La sua presenza sul palco, tra battute e stoccate, testimonia la volontà di non restare ai margini del dibattito politico, ma di continuare a muoversi con strategia e provocazione.

Il messaggio finale è chiaro: la politica italiana è in continuo movimento, e lui, Matteo Renzi, intende rimanere protagonista di questa scena, pronto a intervenire e a commentare i futuri sviluppi.

Una previsione che farà discutere, ma che conferma la forza di Meloni

Se la previsione di Renzi si rivelerà fondata, sarà un ulteriore capitolo della parabola politica di Giorgia Meloni, che si conferma come una delle figure più influenti e resilienti del panorama nazionale. Per ora, resta il fatto che, tra analisi e provocazioni, Renzi continua a mantenere alta l’attenzione sulla scena politica italiana, lasciando aperta la porta a nuove sorprese e a un dibattito ancora più acceso.