La fuga in Bolivia, poi il blitz: così è stato preso Battisti. Forse domani già in Italia

La svolta è arrivata una settimana fa, quando Cesare Battisti è stato individuato con certezza in Bolivia.

L’operazione che ha portato all’arresto del terrorista rosso è scattata a Santa Cruz. E ora l’Italia lo aspetta. “Stiamo lavorando da ieri notte per fare in modo che arrivi il prima possibile in Italia per scontare la sua pena”, assicura il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Resta la rabbia per i decenni in cui questo assassino “è stato difeso e coccolato” e “si è goduto la vita in spiaggia, a Parigi, scrivendo, ballando e mangiando”. “Quattro ergastoli è la storia di questo personaggio – taglia corto il vicepremier leghista – peccato essere arrivati dopo tanto tempo, ma meglio tardi che mai. Giustizia è fata”.

“I nostri investigatori – fanno sapere al Giornale.it dal Viminale – non avevamo mai perso di vista Battisti… erano in attesa di poterlo ammanettare”. Dopo anni di attesa, la svolta è arrivata con l’ascesa in Brasile di Jair Bolsonaro che da subito ha promesso che avrebbe “restituito” Battisti all’Italia come “regalo” per Salvini. “Il Brasile è stato determinante nell’operazione – fanno sapere fonti dell’intelligence all’agenzia AdnKronos – Bolsonaro lo ha costretto a fuggire, consentendo a noi di prenderlo”. Un team composto dalla polizia italiana, dalla Criminalpol e dall’Antiterrorismo è andato, infatti, a rafforzare immediatamente la collaborazione con i colleghi di Brasilia, prima che il terrorista riuscisse a lasciare il Brasile. Una fuga durata solo alcune settimane perché, nel giro di poco tempo, è stato immediatamente individuato in Bolivia. Una settimana fa c’è stata poi l’accelerazione degli investigatori che, in accordo con le autorità locali, hanno preparato il blitz nel suo “rifugio”. “Battisti è stato fermato in strada, non era armato e non ha opposto resistenza – fanno sapere al Giornale.it fonti del Viminale – ha parlato in portoghese per rispondere alla polizia e ha mostrato un documento brasiliano che confermava la sua identità”. Si sentiva al sicuro, una volta entrato in Bolivia, ed era certo dell’aiuto del Paese sudamericano. Non poteva, infatti, sapere che gli aveva già voltato le spale.

Due uomini dell’Antiterrorismo e della Criminalpol sono sul posto. Un volo italiano, con a bordo uomini della Polizia e dell’intelligence, è subito partito per La Paz. Ora bisognerà capire se Battisti farà tappa in Brasile oppure verrà riportato subito in Italia. È un nodo che verrà sciolto nelle prossime ore, ma con buona probabilità sarà riportato nel nostro Paese già domani. L’obiettivo, come mette in chiaro il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, resta di ottenere l’estradizione nei tempi più rapidi possibili. “Battisti è un infame, un delinquente, un vigliacco che merita di finire i suoi giorni in galera. In Italia il prima possibile”, tuona Salvini a Skytg24 augurandosi “che non ci sia qualche cantante, qualche politico o intellettuale” che si schieri dalla parte del terrorista.