LA FARINA DI GRILLO SBARCA IN ITALIA ED È SUBITO POLEMICA DEGLI ITALIANI

Siamo abituati ai cibi tradizionali, quelli che sempre rendono l’Italia uno dei paesi più invidiati al mondo, per la sua pizza, gli spaghetti al ragù, i tortellini eppure non siamo ancora propensi come dovremmo all’arrivo di nuovi scenari alimentari che segnano una significativa svolta nel nostro modo di mangiare.

Come noto, le risorse alimentari non sono infinte e se continuiamo di questo passo, resteremo senza nutrienti da portare a tavola, ragion per cui, sempre più spesso, si parla di insetti come del cibo del futuro che poi, tanto futuristici non sono, dal momento che la farina di grillo sbarca in Italia. 

Certo, l’idea non piace proprio a tutti. C’è chi, per partito preso, non ce la fa proprio a ingoiare un qualcosa del genere, chi rimane fedele al tradizionale, chi ha voglia di sperimentare e capire cosa di nasconde dietro di essa perché aperto alla conoscenza di un qualcosa di diverso. De gustibus!

Sul fronte alimentare le opzioni sono davvero tante ma la farina di grillo è oggetto di numerose polemiche che non conoscono battute d’arresto anzi, che si accrescono man mano che essa prende sempre più piede nel nostro territorio, con commenti anche piuttosto pungenti sui social, e la divisione dell’opinione pubblica.

La farina di grillo fa il suo ingresso in Italia e le polemiche non accennano a diminuire. Vediamo insieme cosa sta accadendo nel dettaglio nella seconda pagina del nostro articolo, in modo da capire quali sono i punti più complessi della sua introduzione nel nostro Paese.

La farina di grillo è entrata ufficialmente nell’alimentazione degli italiani, grazie sa   un’azienda marchigiana situata a Macerata, la Nutrinsect, con sede a Montecassiano, che è   l’unico produttore autorizzato ad entrare nel mercato della farina di grillo a scopo alimentare.

Josè Francesco Cianni, CEO di Nutrinsect, parla dell’ingresso della farina di grillo nella nostra alimentazione come un nuovo capitolo nella storia alimentare italiana, frutto di un decennio di lavoro e sperimentazione. La farina di grillo, nota anche come “Polvere di acheta domesticus”, verrà prodotta, dall’inizio alla fine, dalla Nutrinsect, trasformando gli insetti in una  risorsa alimentare innovativa, all’insegna della sostenibilità alimentare e a nuove opportunità per il mercato italiano.

Se l’azienda ha tutti i buoni propositi e punta a rendere il prodotto consumatissimo, attorno alla farina di grillo  si è accesa una polemica che non si placa. Dai sondaggi risalenti allo scorso anno, è solo il 10% della popolazione ad aver voglia di assaggiare prodotti derivanti dalla farina di grillo. Peraltro, alcune amministrazioni comunicali, già ad oggi, hanno posto il divieto di inserire la farina di grillo nelle mense scolastiche.

Ma per quale motivo la farina di grillo è stata accolta così tristemente dagli italiani? Perché non è familiare, trattandosi di un alimento innovativo, e occorre superare le barriere legate alla sua accettabilità culturale. Eppure la Nutrisect ribadisce quanto preziose siano le caratteristiche nutrizionali della stessa, con un grande apporto di proteine e un basso impatto sull’ambiente. Se gli insetti sono posti come alternativa alla carenza di risorse alimentari, la mentalità tradizionale e il timore dell’ignoto possono essere un intralcio all’introduzione di nuovi alimenti. Occorrerebbero dei programmi di sensibilizzazione pubblica,  per rimuovere i pregiudizi circa l’utilizzo di questo alimento. Attualmente la polemica circa l’impiego della farina di grillo è esteso anche a questioni etiche e ambientali.

Se l’utilizzo della farina di grillo riduce l’impatto ambientale, è altrettanto doveroso che l’allevamento degli insetti avvenga in condizioni etiche e rispettose del benessere animale. La Nutrinsect si propone diversi obiettivi a medio- lungo termine: provare a cambiare la mentalità dei consumatori, ma anche aprirsi alla collaborazione con chef, aziende alimentari e ristoratori in modo da far si che la farina di grillo diventi ingrediente dei loro piatti, serviti in modo creativo. E voi, cosa ne pensate?