La crisi del Pd di Napoli: non paga gli stipendi ai dipendenti

 

Da tempo, il Pd di Napoli è in crisi non solo politica ma anche finanziaria.

Debiti, arretrati e contributi non versati non fanno dormire sonni tranquilli ai dirigenti locali del partito.

Nel 2018, il Pd ha incassato circa 110 mila euro dal tesseramento e altri 40 mila dalle primarie. Entrate importanti, queste, ma insufficienti a garantire una certa solidità finanziaria. Ad aprile di quest’anno, i soldi erano già finiti. Da allora i quattro dipendenti, di cui due con contratto part time ed un altro ormai prossimo alla pensione, non ricevono lo stipendio.

Al Corriere del Mezzogiorno, Giovanni Iacone, tesoriere dei dem a livello provinciale e assessore della giunta Cuomo a Portici, spiega: “Mi sono anche dimesso, non è la prima volta, ma siccome non trovano un sostituto – e con questi conti quando mai lo troveranno – resto lì. Ma la situazione è tragica. Vantiamo un credito con il partito nazionale di 25 mila euro, che non ci danno. Non ci sono più deputati e senatori (che pagano una quota al partito che poi viene ripartita tra i livelli locali), non c’è più finanziamento pubblico, il 2×1000 va tutto al partito nazionale. Mi dite voi in queste condizioni come si può tenere in piedi una struttura?”.

Iacone è preoccupato per il futuro dei 4 dipendenti senza stipendi che si trovano in questo stato “nell’assoluto disinteresse del gruppo dirigente nazionale e locale”.

Il tesoriere sottolinea che questo, in realtà, non è un problema finanziario ma di interessi puramente politici. “Un partito senza finanziamento può vivere solo se c’è un tesseramento. Perché il commissario Meta (indicato dai vertici di Roma per traghettare il partito a un nuovo congresso dopo l’annullamento del voto delle primarie da parte del tribunale di Napoli, ndr) non lo fa partire? Il problema è che il tesseramento si fa sempre e solo in concomitanza dei congressi secondo le proprie convenienze. È la fine così”.

Lo stesso Meta ha annunciato una grande festa dell’Unità ma non si sa dove prenderà i soldi per l’evento. “In cassa non ce ne sono. Per fortuna sono riuscito a pagare i contributi” ,ha affermato ancora il tesoriere che ha, inoltre, affermato come tutti siano a conoscenza dei problemi.

“Ho anche lanciato una proposta: una sottoscrizione da parte di tutti gli amministratori locali. Cominciando da me. Governiamo in 32 comuni, abbiamo sindaci, assessori, consiglieri. Se ognuno devolvesse al partito la metà di uno stipendio mensile riusciremmo a coprire arretrati e stipendi futuri. Ho anche l’elenco”. Ma la sua idea è caduta nel vuoto.

Ma questo è solo uno dei tanti problemi che affliggono il partito. Dopo aver evitato per mesi di pagare l’ affitto, 3.000 euro mensili comprese le utenze, nel novembre del 2018 il Pd provinciale è stato sfrattato dagli uffici di via Toledo ed ora è ospite nella sede regionale di via Santa Brigida. Un ulteriore guaio che il partito dovrà risolvere al più presto.