Italia tagliata fuori: l’Europa che conta si stringe attorno a Zelensky, senza Roma. E Meloni reagisce così
Tirana, Albania – Un’ombra lunga si è allungata sulla capitale albanese, a margine del summit della Comunità Politica Europea (CPE). In una sala appartata, mentre il mondo dibatteva del futuro dell’Europa, si è consumato un passaggio cruciale per il destino dell’Ucraina, un incontro che ha delineato un nuovo asse decisionale e, al contempo, ha segnato un’esclusione politica senza precedenti.
Emmanuel Macron, Keir Starmer, Friedrich Merz, Donald Tusk e Volodymyr Zelensky, con Donald Trump in vivavoce, hanno discusso a porte chiuse le prossime mosse contro Mosca. L’assente più illustre? Giorgia Meloni. Non una dimenticanza, ma un’esplicita esclusione dal cerchio ristretto dei “Volenterosi”, il gruppo dei paesi chiave che dettano la linea filoucraina.
L’incontro, guidato da Macron e Starmer, ha avuto un valore simbolico potente. I leader hanno discusso i negoziati di Istanbul e le prossime mosse contro Mosca, con Zelensky che ha ribadito la necessità di una “forte reazione” in caso di fallimento dei colloqui. Il messaggio è chiaro: chi conta davvero sul dossier ucraino opera in un cerchio ristretto e influente, e in questo cerchio l’Italia, oggi, non siede.
Le dichiarazioni dei presenti non lasciano spazio a dubbi. Starmer ha sottolineato la necessità di “allineare le risposte con Trump”, mentre Ursula von der Leyen ha annunciato nuove sanzioni europee in arrivo, ribadendo l’obiettivo di una pace negoziata, ma non alle condizioni di Putin.
L’Italia a bordo campo:
La mancata partecipazione di Meloni non è una semplice assenza fisica, ma la rappresentazione plastica di un isolamento crescente, di una perdita di peso politico nei tavoli che contano. Una scelta politica maturata dopo settimane di segnali ambigui sul posizionamento italiano, tra dichiarazioni ondeggianti e tentativi di bilanciare la linea atlantista con le tentazioni sovraniste.
Tirana si è trasformata in uno spartiacque. La nuova Europa che decide ha mostrato il suo volto, scegliendo i suoi alleati e definendo la sua linea di continuità strategica tra Bruxelles, Londra, Parigi, Varsavia, Kiev e… Mar-a-Lago.
L’Italia rimane a bordo campo, in attesa di capire se e come riuscirà a rientrare nella partita che conta. Per Meloni, il dispiacere maggiore, probabilmente, deriva dalla mancata sponda di Trump, un sostegno che per ora non è arrivato.
La reazione di Meloni:
Interrogata sulla sua assenza, Meloni ha spiegato: «L’Italia ha da tempo dichiarato di non essere disponibile a mandare truppe in Ucraina. Non avrebbe senso per noi partecipare a dei formati che hanno degli obiettivi sui quali non abbiamo dichiarato la nostra disponibilità. Credo che sia un fatto di chiarezza e di coerenza». La premier ha quindi motivato la sua assenza con la volontà di non impegnare l’Italia in un invio di truppe, un posizionamento che, a quanto pare, ha contribuito all’esclusione.