Israele-Iran, Crosetto: “L’Italia non entrerà in guerra”

In un momento di crescente tensione tra Israele e Iran, il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ha ribadito con fermezza che l’Italia non prenderà parte a nessun intervento militare nel conflitto in Medio Oriente. Le sue dichiarazioni, rilasciate durante la trasmissione televisiva “Dritto e Rovescio” su Retequattro, rappresentano un chiaro segnale di posizione ufficiale del governo italiano, volto a rassicurare cittadini e alleati internazionali.

Nessun coinvolgimento militare italiano

Crosetto ha sottolineato che “la nostra Costituzione vieta partecipazioni a guerre che non siano difensive” e ha chiarito che “non c’è alcuna intenzione politica di prendere parte a un conflitto armato contro l’Iran”. Il ministro ha inoltre precisato che nessun militare italiano sarà coinvolto né alcun mezzo tricolore impiegato in operazioni offensive, evidenziando l’impegno dell’Italia a mantenere una posizione di equilibrio e distacco rispetto alle strategie militari adottate da altri paesi, come gli Stati Uniti o Israele.

Basi americane: la sovranità italiana in primo piano

Un tema delicato affrontato durante l’intervista riguarda le basi militari statunitensi presenti sul territorio italiano. Crosetto ha ribadito che “gli Stati Uniti possono utilizzare le basi presenti in Italia solo previa comunicazione e autorizzazione del nostro governo”, sottolineando che “non possono decidere in autonomia l’utilizzo delle strutture”. Finora, ha aggiunto, non è arrivata nessuna richiesta ufficiale da Washington, ma l’eventualità di una domanda formale nelle prossime settimane non può essere esclusa, considerando l’evolversi della crisi in Medio Oriente. Questa posizione riafferma la sovranità italiana in materia di politica estera e militare, chiarendo che la presenza di forze straniere sul nostro territorio non implica automaticamente un coinvolgimento nei loro conflitti.

La minaccia nucleare e la diplomazia

Un altro fronte caldo riguarda il timore che Teheran possa dotarsi di armi nucleari. Crosetto ha affermato che “ad oggi, l’Iran non possiede l’arma nucleare” e ha auspicato che Israele non decida di usare le proprie armi nucleari, sottolineando che “Israele l’ha già”. Il ministro ha ribadito l’importanza di evitare ogni escalation che possa portare all’uso di armi di distruzione di massa, rilanciando la necessità di un ritorno al dialogo diplomatico. Crosetto ha auspicato che si possa riprendere il tavolo negoziale, come già avvenuto in passato con gli Stati Uniti, per fermare lo sviluppo del programma nucleare iraniano. “L’Iran dovrebbe cessare ogni attività volta all’ottenimento della bomba atomica. Questo potrebbe bastare a disinnescare la tensione”, ha dichiarato.

Critiche a Israele e attenzione ai civili

Il ministro ha anche rivolto un monito a Israele, criticando la gestione militare nella Striscia di Gaza. “È importante distinguere tra la lotta contro Hamas e gli attacchi che colpiscono direttamente la popolazione civile”, ha affermato, invitando Israele ad ascoltare le richieste della comunità internazionale e a limitare le operazioni belliche che mettono a rischio vite innocenti. Crosetto ha sottolineato come le operazioni militari debbano sempre rispettare il diritto internazionale umanitario, evidenziando la volontà italiana di mantenere un ruolo equilibrato e di tutela dei diritti umani anche in tempi di guerra.

L’appello agli italiani in Iran

Infine, il ministro ha lanciato un appello urgente agli italiani ancora presenti in Iran, in particolare a Teheran, considerata una delle zone più a rischio. Crosetto ha esortato i connazionali a lasciare il Paese quanto prima, sottolineando la crescente instabilità e il pericolo di un’escalation bellica. La via più praticabile, ha spiegato, è un viaggio via terra attraverso Azerbaigian e Georgia, ma ha insistito sull’urgenza di rientrare per evitare conseguenze potenzialmente drammatiche in caso di conflitto.

In conclusione, l’Italia si conferma ferma nel suo impegno a mantenere una posizione di neutralità e dialogo, auspicando una soluzione diplomatica alla crisi e tutelando la sicurezza dei propri cittadini.