INDI GREGORY, I MEDICI HANNO STACCATO LE MACCHINE

 

La notizia che non avremmo mai voluto sentire né comunicare è arrivata, purtroppo e ha raggelato il mondo intero che, con ansia, ha sperato in un miracolo: quello che qualcuno, mettendosi una mano alla coscienza, potesse salvare Indi Gregori. I medici del Queen’s Medical Centre di Nottingham hanno  staccato i macchinari che, finora, hanno tenuto in vita la bambina.

Ieri, sabato 11 novembre, i medici dell’ospedale presso cui la piccola di 8 mesi è ricoverata hanno interrotto la ventilazione assistita e collegato Indi a strumenti alternativi che dovrebbero garantirle di non soffrire,  mentre, nel frattempo, le vengono  somministrati di famaci palliativi che hanno il compito di “accompagnarla “gradualmente” verso il decesso.

Purtroppo i  genitori, Dean Gregory e Clair Staniforth, che si sono battuti con tutte le loro forze per salvare la loro figlioletta dal triste destino, non ce l’hanno fatta e  stanno vivendo delle ore strazianti, fino a quando il cuoricino della loro Indi non smetterà di battere. Un’agonia, non solo per la  bimba ma anche per chi l’ha messa al mondo, alle prese con il più devastante incubo ad occhi aperti.

Sebbene i giudici e i medici ritengano che questa sia la scelta meno crudele possibile, da adottare “nel miglior interesse” della bambina, il caso di Indi non può chiudersi in questo modo, anzi, sta sollevando una vera e propria bufera, coinvolgendo la sfera etica, il mondo politico, attivisti,  utenti di tutto il mondo che mai avrebbero voluto sentire una notizia simile.  Potrebbero volerci ore o giorni,  fino a quando il cuore di Indi non smetterà di pulsare.

Il legale Simone Pillon, del team legale della famiglia Gregory, ieri sera ha riferito che Indi Gregory “per il momento è sopravvissuta all’estubazione e respira con la mascherina. Il protocollo prevede che la fornitura di ossigeno sia a tempo determinato. Prevede anche la sospensione delle cure e il divieto di rianimazione in caso di crisi”.  Il cuore di Indi, per il momento, sta reggendo ma, purtroppo,  a breve si spegnerà.